Magistrati e politica, altolà del Csm: pronta la stretta anti-comizi

Sabato 7 Maggio 2016 di Sara Menafra
Orlando e Legnini

Un freno alla partecipazione attiva alla campagna referendaria e a qualunque iniziativa politica elettorale, che rischia di azzoppare sul nascere i comitati per il No. Anche perché se per il momento si discute di un testo rivolto solo ai membri del Consiglio superiore della magistratura, il segnale si farà sentire anche sul resto della magistratura: nelle prossime settimane, palazzo dei Marescialli metterà ai voti una circolare di autoregolamentazione deontologica per i membri del Consiglio. E il testo conterrà un riferimento esplicito al «dovere del riserbo» per tutte le iniziative politiche o referendarie.

Il punto è delicato: non potrà essere vietata la manifestazione del pensiero, anche in pubblico, ovviamente. Ma la stretta si applicherà alle forme di «partecipazione attiva». Dall'adesione ai comitati referendari, alla raccolta firme, dai comizi, ai salotti tv. Insomma, un bel salto per la magistratura associata.

IL CODICE
L'idea di stilare un codice deontologico per i membri del Csm era stata lanciata alcuni mesi fa dalla commissione disciplinare. Esiste un testo votato una decina di anni fa, ma alcuni consiglieri, tra i quali Luca Palamara di Unicost, avevano posto il problema di riscriverlo. E quando due giorni fa è scoppiato il caso dell'intervista (smentita) al consigliere Piergiorgio Morosini, il tema è stato riproposto. L'idea convince anche il vicepresidente Giovanni Legnini che l'avrebbe condivisa anche con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

La prossima settimana sarà calendarizzato il plenum per discutere dell'argomento ma è presumibile che i tempi non saranno troppo lunghi. E non è difficile intuire che la circolare, sebbene rivolta ai soli membri del Csm, finisca per far discutere anche il resto della magistratura. Del resto Md è già schierata tra i promotori del comitato del No e sta compilando il calendario delle iniziative pubbliche e il Movimento per la giustizia mette il tema ai voti la prossima settimana. Ieri, i consiglieri appartenenti ad Area (Md e Movimento) hanno fatto un primo passo indietro, con un comunicato in cui annunciano che non parteciperanno a iniziative referendarie «in quanto gruppo», fermo restando che i singoli togati potrebbero farlo personalmente. «Sarà nostra cura utilizzare toni e modalità, soprattutto nella comunicazione con i mass-media, ispirati a criteri di sobrietà», dice il comunicato del gruppo a cui appartiene lo stesso Morosini: «Il gruppo consiliare di Area al Csm intende restare estraneo a valutazioni sulle consultazioni referendarie o politiche».
 
ANM CONTRO MOROSINI
Sul tema della partecipazione al referendum, anche il duro presidente Piercamillo Davigo è più che prudente.

Banchetti e comizi non sono nel suo stile e non è un caso se ieri l'associazione ha diffuso un comunicato molto duro contro Morsini, parlando di «dichiarazioni che incidono sul prestigio della magistratura e sul leale rapporto tra i poteri e gli organi dello Stato». Costringendo la toga ad una nuova smentita del colloquio con il Foglio.

Ultimo aggiornamento: 12:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA