Regeni, ira dell'Egitto contro Gentiloni. E Roma vuole coinvolgere l'Onu

Domenica 10 Aprile 2016 di Marco Ventura
Regeni, ira dell'Egitto contro Gentiloni. E Roma vuole coinvolgere l'Onu
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L'Egitto esprime a Gentiloni «irritazione per l'orientamento politico che l'Italia sta assumendo trattando il dossier». Ma evita lo strappo e non richiama l'ambasciatore a Roma in risposta al richiamo del nostro dal Cairo. L'Italia però insiste nel chiedere una collaborazione reale e la verità vera sul caso Regeni. Questo il senso della telefonata ieri del ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shoukry, all'omologo Paolo Gentiloni che si trova in Giappone per il G7 dei ministri degli Esteri. Una coincidenza, quella del G7, che consente a Gentiloni di discutere la crisi con l'Egitto sia con l'Alta rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell'Unione europea, Federica Mogherini, sia soprattutto col segretario di Stato Usa, John Kerry. La linea italiana è rafforzata da telefonate del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di incoraggiamento al premier Renzi e a Gentiloni. Intanto, il governo egiziano oscilla tra la preoccupazione e la sottovalutazione.

Se Shoukry ribadisce la volontà egiziana di non lasciare intentata alcuna pista e raggiungere la verità fornendo la massima collaborazione possibile, Gentiloni conferma di aspettarsi risposte positive, rapide, e concrete. La collaborazione ancora non si estende, per ammissione del procuratore generale aggiunto del Cairo Mostafa Soliman rientrato nella notte da Roma, ai tabulati telefonici di cittadini egiziani richiesti dagli inquirenti italiani. La sottovalutazione della determinazione italiana è evidente pure nell'intervista dell'ex viceministro degli Esteri, Hussein Haridy, all'emittente Tv Al Ghad: «Richiamare in patria un ambasciatore non vuol dire rompere le relazioni diplomatiche, né che i legami bilaterali stiano per deteriorarsi o essere congelati. L'Italia intende mantenere i suoi legami storici con l'Egitto. L'ambasciatore Massari tornerà al Cairo nel giro di pochi giorni».
Massari rientra oggi in Italia e il “recinto” delle possibili misure è stato definito ieri da Gentiloni che annuncia nuovi passi: «Ricordo sempre gli aggettivi che ho usato in Parlamento: misure immediate e proporzionali. Ci lavoreremo nei prossimi giorni». Il ministro ribadisce che l'omicidio Regeni «riguarda la dignità nazionale, non solo le sorti tragiche di un nostro concittadino, l'impegno preso in Parlamento andava mantenuto».
 
IL SILENZIO DELLA MOGHERINI
Ma il giorno dopo il richiamo di Massari s'infittiscono i dubbi sulle misure effettive da prendere. Si era pensato di coinvolgere la Ue, tuttavia fa riflettere il silenzio venerdì della Mogherini, che solo ieri ha fatto uscire un comunicato in cui ricorda tutte le occasioni in cui si è pronunciata sul caso Regeni. Il punto è che sollecitare la Ue a condividere la misura ritenuta più probabile (indicare l'Egitto come meta «non sicura» per i turisti) può rivelarsi un boomerang se anche uno solo dei 28 non aderirà. Negli ambienti italiani si fa strada l'ipotesi d'affiancare le misure nazionali con iniziative più ampie, anche con dichiarazioni dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite o degli organismi Onu preposti ai diritti umani. O della Banca mondiale, che finanzia l'Egitto per un miliardo di euro l'anno.

LA CONFERENZA STAMPA
Un segno distensivo nelle intenzioni degli egiziani sarebbe dovuto arrivare dalla conferenza stampa del capo della loro delegazione a Roma, Soliman.

Ma le sue parole non hanno risuonato a Roma nel modo sperato. Anzi. Accanto alla retorica del voler «continuare a collaborare», non è piaciuta la promessa di fare in proprio gli accertamenti sulle linee telefoniche e poi comunicare gli esiti ai colleghi romani. Non è piaciuta neppure l'assicurazione di aver soddisfatto «il 98% delle richieste». Decisiva la tempistica. Le consultazioni di Massari a Roma potranno durare «una settimana, massimo due», dicono fonti italiane. Nel frattempo gli egiziani «dovranno dare risposte concrete».

Ultimo aggiornamento: 17:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA