La follia del selfie schivando il treno. È allarme: troppi i morti sui binari Video

Domenica 12 Giugno 2016 di Valeria Arnaldi
La follia del selfie schivando il treno. È allarme: troppi i morti sui binari Video

A Lodi, lo scorso febbraio, otto tredicenni hanno sfidato l'arrivo del treno per assicurarsi un selfie ad alto rischio, dunque, ad altissimo potenziale di visualizzazioni. A Perugia, a marzo, un altro giovanissimo ha attraversato ripetutamente i binari in attesa del convoglio, perché, per cinque euro, aveva scommesso con un amico che si sarebbe spostato solo all'ultimo istante. Fino ad arrivare al caso di Napoli: un diciassettenne travolto, mentre con un amico si divertiva a camminare sui binari.

Sono le pagine di cronaca a raccontare l'ultima follia dei giovanissimi, il duello contro i treni giocato in stazione come una sorta di rito di iniziazione per dimostrarsi forti e coraggiosi o soltanto vincere la noia. Non più eccezioni legate alla follia di pochi ma segnali di quella che, a giudicare dai dati della Polizia ferroviaria, ormai sembra una vera e propria tendenza. Gli incidenti in ambito ferroviario, nei primi cinque mesi del 2016, hanno registrato un aumento del 37% rispetto allo stesso periodo del 2015. La mortalità è aumentata addirittura del 68%. In crescita del 18% i feriti gravi. Vertiginoso, +200%, l'aumento di vittime tra 30 e 39 anni. In crescita dell'83% quelle tra 20 e 29. Salito dell'80% il dato fino a 19 anni.





LA PROVA
Sono proprio i protagonisti degli incidenti, diversi per età, abitudini e contesto, a sottolineare la diffusione di un fenomeno nato e alimentato dal gusto della bravata ma anche dalla distrazione. Sì, perché, la primi causa di questi episodi - aumentata dell'86% - sarebbe l'attraversamento illecito dei binari per prova o fretta. «Spesso la scarsa conoscenza dei pericoli presenti nelle stazioni - dice Armando Nanei, direttore Servizio Polizia ferroviaria - abbinata alla distrazione dovuta all'uso di cellulari o cuffiette per ascoltare musica può risultare fatale».
«Se lo smartphone squilla o riceviamo un sms, rispondiamo, siamo sempre connessi - spiega Anna Maria Giannini, coordinatrice e responsabile Laboratorio di Psicologia sperimentale presso l'università romana La Sapienza - e, in generale, oggi si va sempre molto di fretta e si è portati a sommare più attività in unità di tempo ristrette. Ciò fa sì che ci si dimentichi di fare attenzione agli indicatori ambientali importanti per la sicurezza».





L'EDUCAZIONE DEI GIOVANI
Così, sui binari, hanno perso la vita una diciottenne milanese ad aprile, e, a maggio, una ventenne a Napoli. Accanto alla distrazione, sempre più evidente - e grave - si fa il gusto del pericolo, che porta, soprattutto i più giovani, a mettere a rischio la vita per qualche like sui social. «La diffusione sul web di video e selfie ha contribuito a far arrivare anche da noi giochi pericolosi diffusi in altri Paesi - prosegue - i ragazzi giocano con la vita per combattere la noia».




Perciò aumentano le campagne educative. Il progetto Polfer Train to be cool, partito nei mesi passati e ancora in corso, ha portato in più città italiane, una campagna di promozione della cultura della sicurezza e della legalità in ambito ferroviario. Altre attività sono state realizzate con Agenzia nazionale per la Sicurezza delle ferrovie e Federazioni sportive di rugby, pallacanestro e pallavolo. Obiettivo, insegnare ai ragazzi - e non solo - a riconoscere i pericoli e a difendersi. «Il virtuale batte il reale - conclude Giannini -. Il principale mezzo di comunicazione tra le persone sono i social. I nativi digitali sono entrati in questa dimensione senza gli strumenti adeguati per farlo. Così, oggi si pensa che la ricerca della sicurezza non possa essere una priorità». Né, la vita.

 

Ultimo aggiornamento: 13 Giugno, 18:47