L’ultimatum del governo. I sindaci divisi. I tassisti che tirano il freno e incrociano le braccia: sciopero. Parte in salita il piano contro l’emergenza taxi nelle città. File chilometriche, attese infinite, turisti in fuga. «Le regole ci sono, adeguatevi». È perentorio Adolfo Urso, ministro delle Imprese e il Made in Italy. Ieri il Parlamento ha dato il via libera al decreto asset, dunque anche al nuovo pacchetto di norme per le auto bianche. Fra le novità, la possibilità di aumentare fino al 20 per cento le licenze, incentivi green e procedure più semplici per ottenere la “doppia guida” dei taxi.
La lettera
Ora la palla è nel campo dei sindaci, cui ieri Urso ha scritto una lettera auspicando «la più vasta applicazione delle nuove disposizioni a beneficio degli utenti e della ricettività delle città italiane». Basterà lo sprint del governo per liberare stazioni e aeroporti dagli ingorghi di turisti? Si vedrà. Si schiera contro, intanto, una parte dei tassisti che nei mesi scorsi hanno trattato con il governo sulle nuove regole. Usb Taxi, tra le associazioni più rappresentative, ha indetto uno sciopero di 24 ore per martedì 10 ottobre: «Inopportuno è la definizione più elegante di questo decreto», tuona il sindacato.
E i sindaci? Davanti al piano per le licenze approvato ieri i primi cittadini si dividono.
Le posizioni
Qualcuno ancora prende tempo e studia il decreto. Come Stefano Lo Russo a Torino, o Matteo Lepore che a Bologna si siederà con le categorie a un tavolo per provare a rinnovare «un servizio fermo al secolo scorso». Altri si adeguano e promettono al governo di aumentare le licenze. «Se siamo noi nella possibilità cercheremo senz’altro di farlo», dice il sindaco di Milano Beppe Sala. «Palermo registra una necessità di aumentare il numero di taxi in città, ci adegueremo», assicura il primo cittadino Roberto Lagalla, «ma nessuna misura calata dall’altro senza i dovuti passaggi con le categorie». Anche nei medi e piccoli centri il caos taxi si fa sentire. «Con rispetto per il lavoro dei tassisti», spiega il sindaco di Ravenna Michele De Pascale, «stiamo parlando di un servizio pubblico ed è essenziale che il numero di licenze cresca».
Di certo il piano taxi non è partito in quarta. Il governo però farà quadrato intorno al decreto Urso. A costo di sfidare sindaci e tassisti in rivolta pur di liberare le città italiane dal grande ingorgo che tende a fior di pelle i nervi di turisti e cittadini.