Taxi, passa il decreto: ma tra Roma e governo contrasti sulle licenze. Gualtieri boccia le nuove norme

Il sindaco chiama le categorie al tavolo (con tempi più lunghi)

Giovedì 5 Ottobre 2023 di Giacomo Andreoli e Giampiero Valenza
Taxi, passa il decreto: ma tra Roma e governo contrasti sulle licenze

Contro il caos-taxi il governo rilancia sul suo decreto per avere subito più licenze in tutta Italia. È un provvedimento che a Roma Capitale però non piace, tanto che il sindaco Roberto Gualtieri ha convocato per venerdì, in tutta fretta, un incontro con la categoria per studiare un pacchetto di proposte e arrivare comunque a 1.500 autorizzazioni in più. Ma con tempi che passano dal confronto con i tassisti. Quindi, più lunghi. 
Dopo l’ok al Senato e il voto di fiducia di ieri alla Camera, oggi è atteso a Montecitorio il via libera definitivo alla conversione in legge del decreto Asset, che contiene una serie di regole per provare a sopperire alla carenza di auto bianche vista negli ultimi mesi. Licenze temporanee aggiuntive per due anni, procedura semplificata per la doppia guida e la possibilità per i Comuni di aumentare fino al 20% le licenze tramite concorsi straordinari. Una possibilità, questa, che secondo il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso è addirittura applicabile «in 15 giorni».

Taxi a Roma, risse in coda. «C'è la fila, venga con me»: 70 euro per andare da Termini all'Eur

I NODI
Per il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, però, ancora nessuna città ha utilizzato questa opzione. «Spetta ai sindaci, non ci sono più scuse - ha tuonato - aspetto di capire cosa accadrà ad esempio a Roma, dove c’è un’evidente carenza di mezzi pubblici in servizio.

Chi non lo farà che vuol dire che è contento del servizio che mette a disposizione dei propri cittadini». Secca la risposta del sindaco Gualtieri: «Il decreto è fatto male ed è inutilizzabile, se usassimo questa procedura perderemmo tutti i soldi che vanno ai Comuni per la gestione amministrativa delle licenze. Noi già ci eravamo attivati per aumentare le licenze. Loro ci hanno tenuto fermi due mesi per fare norme che non servono a niente». Dal Campidoglio fanno sapere che due sono le questioni principali: una è legata alle «licenze stagionali» che vorrebbero trasformare in licenze «permanenti attivabili stagionalmente». L’altro aspetto è economico: queste licenze, secondo Roma Capitale avrebbero dovuto lasciare il 20% degli oneri alle amministrazioni comunali. Un costo che «avrebbe reso sostenibile per i Comuni questa procedura straordinaria», dicono. 

 

LE SOLUZIONI
La controreplica ufficiale arriva da Urso, che chiede a Gualtieri di non «accampare scuse». «Se avesse voluto utilizzare la normativa in vigore avrebbe potuto farlo nei due anni da sindaco o nei due anni prima da ministro dell’Economia», sottolinea. Con la nuova normativa, aggiunge, «si avrebbero 1.500 nuovi taxi per la Capitale: da subito e senza alcun vincolo». Inoltre il ministro spiega che «con le regole precedenti solo l’1% dei titolari aveva chiesto la doppia guida», mentre «ora tutti potranno ottenerla in pochi giorni». Secondo fonti del governo, però, Urso e Gualtieri sono stati in costante contatto negli ultimi mesi proprio sul dossier taxi. Dopo aver raggiunto un presunto pre-accordo nella trattativa, in una chiamata il ministro avrebbe chiesto a Gualtieri se avesse ulteriori modifiche da proporre. Il sindaco avrebbe quindi messo sul piatto le due questioni «troppo tardi, proprio mentre si stava per votare». Tra i due, però, potrebbe rimanere aperta una finestra di dialogo, tanto che il governo sta valutando se intervenire di nuovo in futuro accogliendo la proposta delle licenze temporanee «strutturali», magari a seconda del contesto cittadino, assieme a nuovi possibili interventi per regolare l’attività del noleggio con conducente. Intanto, al tavolo delle trattative con la categoria il confronto con il Campidoglio verte su un aumento delle tariffe (che i tassisti vorrebbero far crescere fino al 25%) e la lotta agli abusivi. 

Dalle altre città, invece, arrivano posizioni meno dure. Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, in merito al possibile aumento delle licenze, ha spiegato che il Comune «se la legge è cambiata, agirà di conseguenza». Nel capoluogo lombardo potrebbero essere attivate circa mille nuove licenze, ma serve «l’autorizzazione della Regione Lombardia», che al momento avrebbe qualche remora. «Ho detto che abbiamo bisogno di più taxi - ha aggiunto Sala- se siamo noi nella possibilità cercheremo senz’altro di farlo, ma non abbiamo ancora ricevuto una comunicazione ufficiale».

Per Furio Truzzi, presidente di Assoutenti, si tratta di un «vergognoso scaricabarile sulla pelle dei cittadini che, ad oggi, a Roma e nelle principali città italiane ricevono un servizio scandaloso». Secondo l’associazione è vero che i sindaci non dovrebbero «accampare scuse», perché «da sempre hanno la possibilità di aumentare le licenze sul territorio».
 

Ultimo aggiornamento: 10:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA