Migranti, alta tensione: l’Italia frena sulle Ong, stop all'accordo a Bruxelles. Scontro con Berlino

Due emendamenti minano l’intesa. E Scholz è condizionato dai Verdi

Venerdì 29 Settembre 2023 di Gabriele Rosana
Migranti, alta tensione: l’Italia frena sulle Ong, stop all'accordo a Bruxelles. Scontro con Berlino

La tregua è durata poco. Sul dossier migranti in Europa è di nuovo Italia contro Germania, nelle stesse ore in cui il ministro degli Esteri Antonio Tajani è a Berlino per un bilaterale con l’omologa Annalena Baerbock. È proprio sulle richieste per accontentare la linea morbida e pro-Ong e pro-diritti sposata dal partito di quest’ultima, i Verdi, che in parallelo a Bruxelles si è incartato il confronto dei ministri dell’Interno sul regolamento sulle situazioni di crisi, l’ultimo provvedimento del Patto Ue sulla migrazione e l’asilo su cui i governi sono chiamati a trovare la quadra.

La bozza di compromesso predisposta dalla Spagna, che ha la presidenza di turno del Consiglio, e arrivata sul tavolo dei Ventisette solo al mattino, non è riuscito nell’intento di rompere lo stallo che andava avanti da luglio. Ma stavolta – dopo aver incassato un sì «per senso di responsabilità» della Germania –è stata l’Italia a congelare tutto. Motivo? L’irrigidimento per una qestione sia di metodo dche di merito. Sia perché le proposte di modifica sono arrivate all’ultimo, sia perché nel bel mezzo di un negoziato comunque complesso (e che già non lasciava il governo italiano per nulla soddisfatto, visto il riconoscimento alle Ong) si è inserita anche la vicenda delle sette navi (quattro tedesche) in navigazione nel Mediterraneo. A quel punto, dopo che il ministro Piantedosi aveva lasciato Bruxelles, è stato Tajani a spiegare: «L’Italia non ha detto no, abbiamo chiesto tempo per esaminare la proposta come tutti». 

Fumata nera

Insomma, fumata nera e nessuna approvazione, nonostante il rinnovato pressing di Ursula von der Leyen per strappare un’intesa: l’obiettivo dichiarato della presidenza spagnola, adesso, è di riprendere a negoziare a livello di ambasciatori, per avere un accordo «prima del Consiglio europeo informale di Granada» del 5-6 ottobre; anche perché «vediamo che c’è una maggioranza molto ampia a sostegno del testo», ha detto il ministro dell’Interno di Madrid Fernando Grande-Marlaska. A lui ha fatto eco la commissaria agli Affari interni Ylva Johansson, convinta che «non ci sono ostacoli insormontabili». L’ipotesi che circola a Bruxelles è, però, meno ottimistica, e vede come possibile un faccia a faccia Meloni-Scholz prima che si sblocchi il nuovo stallo: il cancelliere tedesco ha i suoi problemi interni e subisce le pressioni in maggioranza dei Verdi. «Le valutazioni sono in corso», hanno confermato a sera fonti diplomatiche. Tutte le carte sono sul tavolo, nell’ennesimo giorno della marmotta Ue. Del resto, a traballare è tutto l’impianto della riforma Ue del diritto d’asilo, visto che il Parlamento ha deciso di sospendere le trattative avviate su due regolamenti del Patto sulla migrazione (quello sullo screening e quello sulla banca dati delle impronte digitali) finché i governi Ue non vinceranno questa impasse. In dettaglio, il provvedimento della contesa dispone deroghe applicabili in caso di flussi migratori massicci, come quelli del 2015, in favore degli Stati di primo arrivo, prevedendo, tra le altre cose, la possibilità di estendere la durata della detenzione dei migranti e di limitare le garanzie individuali, come ad esempio l’interrogatorio in sede di identificazione. 

Le obiezioni

Per superare il no tedesco e fare concessioni ai Verdi, Madrid ha proposto allora modifiche mirate al testo: su due di queste, secondo quanto si apprende a Bruxelles, è stata però l’Italia a puntare i piedi nella sala multicolore del Justus Lipsius. Una riguarda la messa nero su bianco che i casi di “strumentalizzazione” dei migranti - come i flussi organizzati alla frontiera nel 2021 dall’autocrate bielorusso Aleksandr Lukashensko per destabilizzare l’Ue - non possano riguardare invece le operazioni umanitarie che coinvolgono le navi delle Ong. Fumo negli occhi per l’Italia che ha appena protestato formalmente con la Germania per i 790 milioni di euro assegnati a Sos-Humanitas. L’altra, invece, l’eliminazione tout court della possibilità di derogare agli standard sulle condizioni materiali di accoglienza, dall’alloggio al vitto, nell’eventualità di arrivi imponenti. La giornata si chiude con un nulla di fatto, l’ennesimo. L’Italia studia e si prepara alle prossime mosse: oggi Meloni sarà a Malta per il Med9, il vertice con gli altri Paesi del Mediterraneo. C’è la Francia e con Macron, dopo la ritrovata sintonia, si cercherà di superare – una volta per tutte – le impuntature tedesche. 

Ultimo aggiornamento: 09:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA