Sala strapiena nel convento della Minerva e i presenti sono molto soddisfatti: «Non si vedevano tanti democristiani tutti insieme chissà da quanto tempo».
Proprio ieri era il trentesimo anniversario dello scioglimento della Dc, il 18 gennaio del ‘94. I rimpianti sono ovvi. Ma anche la consapevolezza, ben illustrata da Casini, che il passato è passato e va vissuto non come possibile restaurazione ma come patrimonio di conoscenze istruttive e utili. C’è bisogno di Centro, cioè di un’area moderata sempre più larga e influente, ma Casini dice parole chiare contro la nostalgia: «Mi rattrista vedere i tentativi, di cui parlano i giornali, di rifare la Dc. Le grandi storie non possono sopportare il ridicolo. Oggi il nostro compito storico è coltivare la memoria». Per creare altra storia. E ancora lui: «Il lascito della Dc è quello di una democrazia inclusiva. Negli anni del terrorismo, questa concezione della democrazia con il coinvolgimento della sinistra e del sindacato nella difesa dello Stato, ha salvato il sistema democratico». E a proposito dell’inclusività, sono inclusi in questa presentazione del libro di Merlo alcuni esponenti di culture non democristiane: dai socialisti Gennaro Acquaviva e Fabrizio Cicchitto, al fondatore del Pd, Arturo Parisi, all’ex An, Mario Landolfi.
Dal tavolo dei relatori, Astori, uno dei più stimati consiglieri di Mattarella al Quirinale, fa notare tra l’altro: «La sinistra Dc è sempre stata pronta a difendere la Costituzione, sia al tempo della vicenda Tambroni sia durante gli attacchi del terrorismo». E proprio mentre in questa sala si parla di Dc, a Viterbo in contemporanea gli ex scudocrociati Fioroni e D’Ubaldo partecipano a un evento con Calenda. Qui, non c’è Calenda ma Renzi. Il quale nella sua costruzione del Centro ha bisogno anche dei cattolici democratici, tradizione da cui lui stesso proviene, e alcuni di loro credono in lui.
Parla così l’ex Rottamatore: «Il Centro è il luogo in cui si vince, e lo dovrebbe capire anche il Pd che oggi purtroppo più che a un partito serio somiglia a un attivo studentesco».
Il consenso
E ancora: «Il Centro è lo spazio dove si prendono i voti ed è lo spazio che Meloni sta abbandonando e non può abitare perché ha un partito privo di cultura istituzionale». In una fase di forte indebolimento economico del ceto medio, è il ragionamento di Renzi, proprio a questo enorme segmento sociale deve rivolgersi una nuova cultura moderata e riformista. Quella di cui Casini, come tutti i presenti, sente profondo bisogno, e proprio Pier - dopo aver espresso un rimpianto: «Abbiamo sperato che potesse esistere un centrodestra egemonizzato dalla cultura democratico-cristiana. Ma la scommessa è fallita» - osserva: «La Dc trent’anni fa muore ma vince. Perché i suoi valori, il multilateralismo, la scelta atlantica, l’Europa, l’universalità e gratuità del delle cure mediche, sono stati un lascito ancora vivissimo nella nuova stagione». La storia è storia, ma non è stata affatto vana.