Navalny, chi era il dissidente morto: l'avvelenamento, le prigioni e la sfida a Putin su «gay e mondo occidentale»

Voleva fare l'avvocato, era diventato famoso per le sue indagini sulla corruzione politica in Russia

Venerdì 16 Febbraio 2024
Navalny, chi era il dissidente morto: l'avvelenamento, le prigioni e la sfida a Putin su «gay e mondo occidentale»

Alexsei Navalny è stato dissidente, forse il più perseguitato in Russia: voleva fare l’avvocato, poi con le sue indagini contro la corruzione della classe politica, è divenuto il nemico numero uno del Cremlino.

Prima di lui altri hanno subito processi farsa e incarcerazioni illegittime. 

Navalny morto, chi era

 

Ha più volte dichiarato che la Russia dovrebbe cercare un modus vivendi con i Paesi occidentali e si è dichiarato favorevole alla legalizzazione dei matrimoni omosessuali nel Paese. Nell'agosto 2020 è stato ricoverato in gravi condizioni dopo essere stato avvelenato. Secondo il suo staff l'avvelenamento sarebbe avvenuto tramite l'agente nervino Novichok.

 

Il 22 marzo 2022, il tribunale di Lefortovo di Mosca ha condannato Navalny a 9 anni di carcere in una colonia penale di regime severo. Poi, il 4 agosto 2023 lo stesso tribunale lo condanna a 19 anni a fronte dei precedenti 9. Il 26 settembre la prima Corte d'appello di giurisdizione generale ha riconosciuto la legalità della decisione di condanna a 19 anni di detenzione nella colonia penale di massima sicurezza IK-6 nel villaggio di Melekhovo, notizia riferita da un corrispondente della TASS dall'aula del tribunale.

L’esame del ricorso si è svolto a porte chiuse a causa di una lettera inviata alla corte dal Ministero degli Interni in cui si affermava che i sostenitori dell'attivista avrebbero inscenato delle provocazioni durante l’udienza in tribunale. Ai giornalisti è stato consentito l'accesso solo per la lettura del verdetto. Navalny ha partecipato all'udienza tramite collegamento video dal luogo di detenzione.

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Il 25 dicembre 2023 è stato trasferito nella colonia penale IK-3 (nota come "Lupo polare"), a Charp, nel circondario autonomo Jamalo-Nenec, oltre il circolo polare artico, in condizioni di completo isolamento e nella quasi totale impossibilità di comunicare con lui. Il trasferimento è avvenuto in treno; secondo la pratica penale russa (che tipicamente combina reclusione ed esilio), i prigionieri vengono infatti trasportati in vagoni ferroviari appositamente progettati, denominati Stolypin, che spesso percorrono itinerari tortuosi verso i territori più estremi del paese dal punto di vista geografico e climatico. L’attivista aveva dato l’avvio alla campagna contro la rielezione di Putin nel 2024.

LE REAZIONI

«La reazione immediata dei leader della Nato alla morte di Navalny, sotto forma di accuse dirette contro la Russia», mostra la natura di questi Paesi. Lo scrive su Telegram la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. «Non esiste ancora un esame forense, ma le conclusioni dell'Occidente sono già pronte», aggiunge la portavoce. La morte di Alexey Navalny «in una prigione russa fa rabbrividire. Onore al più coerente oppositore del regime di Vladimir Putin. Il suo coraggio nella lotta per la libertà resta un esempio per tutti». Lo dice via social il commissario europeo all'Economia Paolo Gentiloni.

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L'oppositore russo Alexei Navalny è morto per «un coagulo sanguigno», una trombosi. Lo riporta la tv russa Russia Today citando una sua fonte. «Ieri Navalny ha parlato in tribunale con un collegamento video. Sembrava in buona salute ed ha anche fatto delle battute». Lo scrive su X Anton Gerashchenko, consigliere del ministero ucraino dell'Interno. Nel video si vede Navalny in piedi dietro una grata. «Vostro onore, le mando il mio numero personale di conto bancario così mi può mandare il denaro dell'alto salario di un giudice federale, perché io non più soldi grazie alle sue decisioni», dice Alexei Navalny con un sorriso ironico.

Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 13:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA