Berlusconi testamento, «Marta Fascina ha diritto di stare ad Arcore per legge, ma i figli potrebbero appellarsi a una clausola»

L'avvocato Alessandro Orsenigo: "I legati erano subordinati alla condizione che Berlusconi “non dovesse tornare dal ricovero” del 19 gennaio 2022 come in realtà poi avvenuto. Ciò potrebbe rendere inefficace la disposizione dei 230 milioni "

Giovedì 6 Luglio 2023 di Rosario Dimito
Berlusconi testamento, «Marta Fascina ha diritto di stare ad Arcore per legge, ma i figli potrebbero appellarsi a una clausola»

«Mi pare una evidente scelta di campo e preferenza a favore dei figli con cui anche professionalmente era più legato». «Piuttosto Marta Fascina per legge, ha diritto di continuare ad abitare ad Arcore, nonostante il testamento non disponga nulla al riguardo».
 Alessandro Orsenigo, avvocato milanese, titolare dello studio Orsenigo & Valentini, è uno dei maggiori esperti in diritto di successione in Italia (ha curato un paio di eredità di dinastie industriali coperte dal massimo riserbo), materia ostica e complicata per le troppe regole esistenti, spesso anacronistiche con un impianto che risale agli anni ‘40 quando c’era una diversa cultura giuridica. Il Messaggero.it gli ha chiesto un’analisi delle disposizioni testamentarie.

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Nelle disposizioni c’è un legato a Marta Fascina, al fratello Paolo e a Marcello Dell’Utri. Cos’è un legato?
«Per semplificare, il legato testamentario è un atto di liberalità, un regalo, un dono di un bene specifico o di una somma di denaro determinata che il de cuius dispone nel testamento per riconoscenza od affetto a favore di persone fisiche specifiche o, in genere enti benefici.

I legati a favore di Marta Fascina, Paolo Berlusconi e Marcello dell’Utri non sono a carico di tutti gli eredi ma solo di Marina Piersilvio, Barbara e Eleonora, Luigi non dovrà farsene carico perchè non è citato nelle disposizioni olografe di Berlusconi. Inoltre su questo punto potrebbe sorgere un problema».


Quale?

«Interessante è capire se gli stessi vi faranno fronte considerato che i legati erano subordinati alla condizione che Berlusconi “non dovesse tornare dal ricovero” del 19 gennaio 2022 - queste le parole scritte da Berlusconi - come in realtà poi avvenuto. In sostanza essendo tornato dal ricovero e il mancato verificarsi della condizione sospensiva rappresentata dalla sua morte, ciò potrebbe rendere inefficace la disposizione a favore dei tre beneficiari.  Spetterà agli eredi decidere se dar corso comunque alle volontà paterne. Un aspetto non collegato al legato riguarda Marta Fascina e la casa di Arcore. La legge Cirinnà prevede infatti che in presenza di una convivenza di fatto, in caso di morte del proprietario della casa di comune residenza, il convivente di fatto superstite ha diritto di continuare ad abitare nella stessa per due anni o per un periodo pari alla convivenza se superiore a due anni e comunque non oltre i cinque anni. Interessante sarà capire se Marta Fascina eserciterà tale suo diritto continuando a vivere ad Arcore.

 


E a proposito di legato materialmente chi dovrà staccare l’assegno ai tre legatari?

«Generalmente l’adempimento del legato compete agli eredi, i quali dovranno procedere al relativo pagamento o alla consegna del bene specifico. Un’eccezione è rappresentata dall’ipotesi in cui il de cuius abbia stabilito che il pagamento del legato debba essere eseguito utilizzando le somme di uno specifico conto corrente, nel qual caso i legatari potranno rivolgersi direttamente alla banca per incassare le somme a loro spettanti, senza coinvolgere gli eredi». 


Dopo aver ottenuto l’assegno i legatari devono fare qualcosa?

«Saranno tenuti al pagamento delle relative imposte di successione per quanto da essi ricevuto. Nel caso specifico Marta Fascina e Marcello dell’Utri – non avendo vincoli di parentela alcuno - in ragione dell’8% ciascuno (quindi 8 milioni), mentre il fratello Paolo nella misura inferiore del 6% e beneficiando di una franchigia di 100.000 euro (5,9 milioni)».


Siccome non sembra che le disposizioni entrino nel merito, ed essendo un patrimonio vasto e complesso di beni racchiusi in società, come si potranno fare i calcoli stabilendo che oltre al quinto che spetta di diritto a Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora, Luigi, a Marina e Pier Silvio vada il restante 33%?

«Gli eredi dovranno predisporre l’inventario di tutti i beni caduti in successione (mobili, immobili, partecipazioni, opere d’arte, arredi, gioielli etc). Questa è una fase particolarmente delicata perché capace di incidere notevolmente su quanto attribuito a ciascuno degli eredi e sull’ammontare della quota di legittima. Per fare un esempio: tramite esperti dovrà essere dato un valore agli immobili, agli arredi, alle opere d’arte di proprietà personale del de cuius di talchè il maggior o minor valore attribuito a detti beni potrà aumentare o diminuire la quota di legittima spettante ai tre figli che hanno ricevuto meno».


Sicuramente Berlusconi ha voluto blindare il controllo di Fininvest e delle tre grandi società quotate (MFE, Mediolanum, Mondadori), ma anche sul patrimonio immobiliare Marina e Pier Silvio la faranno da padrone, è così?.

«Sembra di intuire che coerentemente con la scelta di riservare la quota di disponibile a favore di Marina e Persilvio, Berlusconi abbia voluto anche operare una scelta a tutela delle imprese da lui create così da garantirne continuità e ponendo le stesse al riparo da “guerre fratricide”». 


Un testamento così strutturato è al riparo da insidie, sulla carta i tre figli che hanno avuto meno potrebbero impugnarlo? 

«In linea generale sembra un testamento blindato. In verità il problema è che il calcolo della quota di legittima spettante ai tre figli che hanno ricevuto meno deve effettuarsi ricomprendendo nell’eredità il patrimonio così come esistente all’atto della morte, quindi sommando allo stesso le donazioni (diretto od indirette) fatte in vita dal de cuius e sottraendo i debiti ereditari.  Potrebbe in effetti verificarsi che i tre figli che hanno ricevuto meno, contestino non tanto il contenuto del testamento, quanto piuttosto l’ammontare complessivo dell’eredità eccependo ad esempio come nello stesso non siano state valutate talune donazioni. In effetti aumentando il complesso ed il valore dei beni ereditati, di riflesso aumenterebbe la quota a loro spettante». 


Con l’apertura del testamento si apre una fase procedurale complicata, fatta anche di tasse e oneri, quali?
«Gli eredi dovranno in primo luogo accettare l’eredità e predisporre come detto l’inventario di tutti i beni caduti in successione, con ricaduta sul calcolo della quota di legittima. Inventario che dovrà comprendere anche tutti i beni esistenti all’estero. Delicato ad esempio sarà capire se, in sede di inventario, gli eredi raggiungeranno un accordo circa il valore da dare alla partecipazione di controllo di fatto attribuita a Marina e Piersilvio.  L’inventario gioca anche un ruolo fondamentale sui successivi passaggi posto che sulla base dello stesso, entro un anno dalla apertura della successione (che coincide con la morte del testatore) andrà presentata la denuncia di successione». 


Ed entro quanto tempo vanno pagate le varie tasse a cominciare da quella di successione?
«Le imposte di successione vengono di fatto corrisposte in due fasi e di esse sono solidalmente obbligati tutti gli eredi. All’atto dell’invio della denuncia di successione vengono pagate immediatamente, le imposte ipotecarie e catastali pari rispettivamente all’1% ed a 2% del valore degli immobili calcolato prendendo a base la rendita catastale e moltiplicandola per coefficienti fissi. Ciò evidentemente comporta che si tratti di valore tendenzialmente inferiore ai valori effettivi di mercato. Quindi successivamente l’Amministrazione finanziaria, con specifico atto, liquida le vere e proprie imposte di successione. Con riguardo a queste, i figli godono ciascuno di una franchigia di unb milioni di euro e quindi corrisponderanno allo Stato un’imposta del 4% sul valore complessivo dei beni e diritti ereditati per la parte eccedente detta franchigia». 


Poi cosa c’è da fare?
«Successivamente tutti i figli si troveranno in comproprietà indivisa sull’intero patrimonio ereditario e potranno procedere – qualora non decidano di rimanere in tale situazione - alla divisone dello stesso attribuendo, a ciascuno fra loro, specifici beni. A tal fine dovranno però raggiungere consensualmente un accordo di divisione, posto che in difetto la divisione non potrà che essere giudiziale cioè disposta materialmente dal Tribunale». 


Da esperto, faccia una previsione: quanto tempo serve ai cinque eredi per avere anche il possesso dei beni?
«Ritengo che per redigere l’inventario, presentare la denuncia di successione, dar corso a tutti gli adempimenti burocratici e raggiungere un accordo di divisione dei beni ci vorrà non poco tempo e se dovessi fare una previsione, ad essere particolarmente ottimisti, non meno di due anni. 
Se invece ci si riferisce alla possibilità di utilizzare i beni caduti in successione, tipo utilizzare gli immobili, questo di fatto sin da subito».

Ultimo aggiornamento: 8 Luglio, 09:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA