SANTA MARIA DI SALA
Nessun licenziamento, almeno per ora, ma ricorso alla mobilità

Martedì 6 Febbraio 2018
SANTA MARIA DI SALA
Nessun licenziamento, almeno per ora, ma ricorso alla mobilità interna e più part-time. Questi i caposaldi da cui parte la trattativa alla Safilo di Santa Maria di Sala. Primo faccia a faccia tra le parti, ieri pomeriggio, nello stabilimento di Tabina, dove alla fine dello scorso anno la direzione aveva annunciato circa cento esuberi da gestire nei prossimi mesi. Nessuno verrà lasciato a casa, come chiedevano i sindacati, ma il passaggio non sarà comunque indolore. Perché l'azienda ha di fatto confermato il calo persistente dei volumi produttivi, aprendo a una verifica del piano industriale ma solo a livello di coordinamento di gruppo, coinvolgendo dunque anche gli altri stabilimenti. Verrà dunque coinvolta direttamente la direzione generale, con l'ad del gruppo, Luisa Delgado.
MOBILITÀ INFRAGRUPPO
Nell'incontro di ieri intanto, Safilo ha spiegato come intende gestire gli esuberi individuati a fronte del calo produttivo: l'azienda ha proposto una mobilità infragruppo e su base volontaria, ma ha anche ipotizzato un maggior ricorso al part-time, che superi le percentuali attuali. Gli altri percorsi saranno l'incentivazione all'esodo di eventuali lavoratori ormai vicini alla pensione e a cui mancano non più di 24 mesi di contributi. Infine l'azienda ha confermato le fermate del 12 e 13 febbraio, quando Safilo spegnerà la produzione con ferie forzate per i dipendenti: una circostanza che potrebbe essere ripetuta a stretto giro, si parla già del 23 febbraio per un ulteriore rallentamento della produzione. L'obiettivo è quello di adeguare i ritmi lavorativi ai nuovi volumi produttivi. Prima del nuovo fermo le parti avranno un nuovo incontro, già fissato per il 22 febbraio: l'obiettivo è arrivare a una soluzione condivisa, che permetta di superare il difficile momento per ridisegnare il futuro del gruppo. Anche perchè l'azienda, durante l'incontro di ieri, ha ribadito la richiesta di un maggior efficientamento della produzione, anche con possibili cambi delle turnistiche, per accelerare l'internalizzazione di produzioni esterne.
Su questo e tutti gli altri punti le segreterie territoriali di Femca-Cisl, Filctem-Cgil, Uiltec-Uil, insieme alle Rsu aziendali, intendono dire la loro. Per ora i sindacati, che nei giorni scorsi avevano manifestato tutte le preoccupazioni del caso, soprattutto per il calo produttivo, non si sbilanciano sull'esito di questo primo incontro, pronti a battersi sui prossimi nodi cruciali della trattativa.
Filippo De Gaspari
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