JESOLO
«Mantenere sempre due assistenti bagnanti nelle torrette di salvataggio». Le parole sono quelle degli addetti al salvataggio della JesoloTurismo, la società partecipata del Comune che si occupa della sicurezza su gran parte dell'arenile jesolano. I riferimenti sono per le conseguenze legate alla tragedia dello scorso Ferragosto, perché dopo la morte in mare del giovane senegalese i due assistenti ai bagnanti che prestavano servizio in quel tratto di spiaggia sono stati indagati. Un atto dovuto, che però sta preoccupando e non poco la categoria tanto che più di qualche addetto sta pensando di rinunciare al proprio incarico. Quanto basta per far vacillare un mito, quello legato alla figura dei bagnini di salvataggio pronti a sfidare ogni rischio pur di salvare una vita. Ma l'ombra di un'eventuale scure giudiziaria pesa.
«Sembra che fare il bagnino di salvataggio non sia più un lavoro invitante dicono gli assistenti ai bagnanti della Jesolo Turismo - dopo l'ultimo episodio, i bagnini in servizio in quel tratto di spiaggia sono indagati, con il rischio di dover affrontare un processo ed eventuali conseguenze. Temiamo, in caso di altre disgrazie, altre situazioni simili. Soprattutto il fatto che se i bagnini verranno ritenuti colpevoli di fronte al giudice, oltre al pagamento delle spese legali dovranno affrontare anche le spese di risarcimento. Vale a dire cifre elevatissime, soprattutto per un bagnino che lavora 5 mesi all'anno. Per questo gli operatori del settore si stanno chiedendo se vale la pena rischiare così tanto per uno stipendio inadeguato al tipo di responsabilità, che, ricordiamo, è di natura penale».
L'APPELLO
Per questo gli assistenti ai bagnati lanciano un appello affinché nella pausa pranzo sia sempre garantita la presenza di due assistenti nelle torrette. «L'orario più a rischio è quello compreso tra le 12.30 e le 15.30 aggiungono i bagnini quando c'è un solo assistente in servizio a causa della pausa. La soluzione ideale è quella di garantire sempre la presenza dei due operatori, ovviamente adeguando gli stipendi e magari togliendo il servizio della moto d'acqua fatto durante la pausa, vista l'inutilità dello stesso. La somma risparmiata potrebbe essere utilizzata per pagare gli assistenti ai bagnati. Se questa soluzione non è fattibile, non rimane che una strada, quella di chiudere le torrette per un'ora e mezza durante la pausa pranzo. E' un modo per garantire la sicurezza dei bagnanti e la nostra».
Ad intervenire è anche Sandro Gritti, segretario provinciale Fiadel: «Ho chiesto di affrontare la questione con la società commenta e di capire se esiste un'assicurazione per coprire l'eventuale responsabilità dei bagnini, ad oggi non ho ricevuto risposta».
Giuseppe Babbo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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«Mantenere sempre due assistenti bagnanti nelle torrette di salvataggio». Le parole sono quelle degli addetti al salvataggio della JesoloTurismo, la società partecipata del Comune che si occupa della sicurezza su gran parte dell'arenile jesolano. I riferimenti sono per le conseguenze legate alla tragedia dello scorso Ferragosto, perché dopo la morte in mare del giovane senegalese i due assistenti ai bagnanti che prestavano servizio in quel tratto di spiaggia sono stati indagati. Un atto dovuto, che però sta preoccupando e non poco la categoria tanto che più di qualche addetto sta pensando di rinunciare al proprio incarico. Quanto basta per far vacillare un mito, quello legato alla figura dei bagnini di salvataggio pronti a sfidare ogni rischio pur di salvare una vita. Ma l'ombra di un'eventuale scure giudiziaria pesa.
«Sembra che fare il bagnino di salvataggio non sia più un lavoro invitante dicono gli assistenti ai bagnanti della Jesolo Turismo - dopo l'ultimo episodio, i bagnini in servizio in quel tratto di spiaggia sono indagati, con il rischio di dover affrontare un processo ed eventuali conseguenze. Temiamo, in caso di altre disgrazie, altre situazioni simili. Soprattutto il fatto che se i bagnini verranno ritenuti colpevoli di fronte al giudice, oltre al pagamento delle spese legali dovranno affrontare anche le spese di risarcimento. Vale a dire cifre elevatissime, soprattutto per un bagnino che lavora 5 mesi all'anno. Per questo gli operatori del settore si stanno chiedendo se vale la pena rischiare così tanto per uno stipendio inadeguato al tipo di responsabilità, che, ricordiamo, è di natura penale».
L'APPELLO
Per questo gli assistenti ai bagnati lanciano un appello affinché nella pausa pranzo sia sempre garantita la presenza di due assistenti nelle torrette. «L'orario più a rischio è quello compreso tra le 12.30 e le 15.30 aggiungono i bagnini quando c'è un solo assistente in servizio a causa della pausa. La soluzione ideale è quella di garantire sempre la presenza dei due operatori, ovviamente adeguando gli stipendi e magari togliendo il servizio della moto d'acqua fatto durante la pausa, vista l'inutilità dello stesso. La somma risparmiata potrebbe essere utilizzata per pagare gli assistenti ai bagnati. Se questa soluzione non è fattibile, non rimane che una strada, quella di chiudere le torrette per un'ora e mezza durante la pausa pranzo. E' un modo per garantire la sicurezza dei bagnanti e la nostra».
Ad intervenire è anche Sandro Gritti, segretario provinciale Fiadel: «Ho chiesto di affrontare la questione con la società commenta e di capire se esiste un'assicurazione per coprire l'eventuale responsabilità dei bagnini, ad oggi non ho ricevuto risposta».
Giuseppe Babbo
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