Berlino punta sulle donne e oggi tocca all'italiana Bispuri

Domenica 18 Febbraio 2018
Berlino punta sulle donne e oggi tocca all'italiana Bispuri
IL FESTIVAL
Il bello dei tedeschi è questa serenità che si avverte attorno all'area, non vasta ma nemmeno troppo circoscritta, del festival. Mentre Cannes, con i suoi maniacali controlli, ossessiona i suoi ospiti specie nelle operazioni più inutili, dimenticando quelle più decisive; e Venezia mostra al contrario una collocazione strategica e discreta nel controllo degli spazi della Mostra; qui davanti al Berlinale Palast non si vede un poliziotto, un militare, un apparato di sicurezza vigile, mentre una simpatica gioventù ti sorride all'entrata delle sale, senza che a nessuno venga il pensiero di chiedere l'apertura di borse e zaini. Probabilmente qui danno per scontato che non succeda nulla. E a noi non resta che sperare che abbiano ragione loro, i tedeschi, che qualche problemino in passato l'hanno comunque avuto.
CINEMA & EFFETTO
Detto questo il festival ha preso a macinare film a tutta velocità, aprendo un Concorso finora più brillante del solito, che fa sperare in un'annata ragguardevole. Nell'anno di #metoo ovviamente la donna è al centro dell'attenzione e Berlino si è sempre dimostrata lesta nel captare tutte quelle istanze politiche e civili che rumoreggiano nel mondo. Non a caso, in anni ancora di embargo altrove, qui il cinema queer è sempre stato allattato e coccolato. Berlino dunque terra di chi ha necessità di alzare la voce e farsi ascoltare. Dunque mai come quest'anno il cinema sembra essere donna.
LE OPERE IN CONCORSO
I primi film lo hanno già rimarcato. Dal mondo femminile in totale appartenenza lesbica del film paraguayano Las herederas di Marcelo Martinessi (curioso come lo sguardo sia di un uomo), cinema toccante di una comunità di signore mature, a quella versione quasi parodistica di western qual è l'esordio dei fratelli americani David e Nathan Zellner che con Damsel mettono una donna (Mia Wasikowska) in fuga dal suo possibile marito, dimostrandosi la più maschile di tutti gli uomini che appaiono (e scompaiono) nel film.
L'UNICO ITALIANO
Ma anche nel bruttissimo film di Benoît Jacquot (Eva), remake di un celebre lavoro di Joseph Losey, la figura di Isabelle Huppert, escort da quartieri alti, tiene in scacco il solito uomo frastornato. E oggi arriva l'Italia, con il suo unico film in concorso, girato da una donna (Laura Bispuri), con due attrici-madri (Alba Rohrwacher e Valeria Golino) e una bambina di 10 anni che diventa oggetto di contesa. Ne riparleremo domani. Insomma Berlino è donna.
Adriano De Grandis
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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