Dopo l'Urologia di Chioggia è la volta della équipe della Ginecologia clodiense, che ha eseguito un delicato intervento di asportazione di una grossa cisti su una donna di 35 anni con il sofisticato sistema robotizzato per la chirurgia di avanguardia all'Angelo di Mestre. L'intervento, eseguito qualche giorno fa col Robot Da Vinci, si è concluso con successo e la paziente, dopo un giorno di degenza, ha fatto rientro a casa propria.
A dirigere l'operazione alcuni medici di Chioggia: Sergio Porto e Michele Caramia della Ginecologia insieme al primario di Anestesia e Rianimazione Massimo Tedesco, coadiuvati dal gruppo infermieristico di Mestre. Il Robot Da Vinci è stato acquistato dall'Ospedale di Mestre lo scorso febbraio con la formula originale impiegata dalla Regione Veneto di un suo utilizzo per tutte le Ulss della provincia di Venezia: una strumentazione all'avanguardia che rappresenta la frontiera più recente della robotica applicata alla chirurgia e della tecnica detta videolaparoscopia.
In questa tecnica, grazie ai bracci operanti, alle cui sottilissime estremità sono montati strumenti per tagliare, cauterizzare, suturare, il robot costituisce in pratica una potente e precisissima estensione del chirurgo, che lo controlla da remoto e lo manovra attraverso una consolle dedicata.
Una microcamera su un endoscopio restituisce al chirurgo immagini ad altissima definizione in 3D degli organi interni del paziente. L'operatore si trova quindi ad operare grazie alle minuscole mani del robot, controllando il loro operato su uno schermo e guidandole, con l'uso di joystik e di pedali, a compiere movimenti controllati al millimetro impossibili per delle mani vere.
«Con la videolaparoscopia ha spiegato il ginecologo clodiense, dottor Porto il chirurgo può operare sul corpo del paziente attraverso minuscoli fori, anziché tagli con il bisturi; il sistema consente quindi interventi meno invasivi, con riduzione del rischio operatorio, della perdita ematica, e quindi anche della necessità di trasfusioni, delle cicatrici, del dolore post operatorio e favorisce una maggiore rapidità nel recupero della continenza urinaria e un più probabile mantenimento della potenza sessuale dopo l'intervento». «Anche le collaborazioni interaziendali - ha dichiarato il direttore generale dell'Ulss 14 Giuseppe Dal Ben - sono pensate per offrire una buona sanità ai nostri cittadini. Chioggia va in questa direzione: ringrazio il dottor Porto e la sua squadra che, per affrontare questa nuova sfida in campo interventistico, ha dovuto studiare e formarsi adeguatamente».
A dirigere l'operazione alcuni medici di Chioggia: Sergio Porto e Michele Caramia della Ginecologia insieme al primario di Anestesia e Rianimazione Massimo Tedesco, coadiuvati dal gruppo infermieristico di Mestre. Il Robot Da Vinci è stato acquistato dall'Ospedale di Mestre lo scorso febbraio con la formula originale impiegata dalla Regione Veneto di un suo utilizzo per tutte le Ulss della provincia di Venezia: una strumentazione all'avanguardia che rappresenta la frontiera più recente della robotica applicata alla chirurgia e della tecnica detta videolaparoscopia.
In questa tecnica, grazie ai bracci operanti, alle cui sottilissime estremità sono montati strumenti per tagliare, cauterizzare, suturare, il robot costituisce in pratica una potente e precisissima estensione del chirurgo, che lo controlla da remoto e lo manovra attraverso una consolle dedicata.
Una microcamera su un endoscopio restituisce al chirurgo immagini ad altissima definizione in 3D degli organi interni del paziente. L'operatore si trova quindi ad operare grazie alle minuscole mani del robot, controllando il loro operato su uno schermo e guidandole, con l'uso di joystik e di pedali, a compiere movimenti controllati al millimetro impossibili per delle mani vere.
«Con la videolaparoscopia ha spiegato il ginecologo clodiense, dottor Porto il chirurgo può operare sul corpo del paziente attraverso minuscoli fori, anziché tagli con il bisturi; il sistema consente quindi interventi meno invasivi, con riduzione del rischio operatorio, della perdita ematica, e quindi anche della necessità di trasfusioni, delle cicatrici, del dolore post operatorio e favorisce una maggiore rapidità nel recupero della continenza urinaria e un più probabile mantenimento della potenza sessuale dopo l'intervento». «Anche le collaborazioni interaziendali - ha dichiarato il direttore generale dell'Ulss 14 Giuseppe Dal Ben - sono pensate per offrire una buona sanità ai nostri cittadini. Chioggia va in questa direzione: ringrazio il dottor Porto e la sua squadra che, per affrontare questa nuova sfida in campo interventistico, ha dovuto studiare e formarsi adeguatamente».