Tre secoli di storia raccontati attraverso le incisioni

Sabato 8 Maggio 2021
Tre secoli di storia raccontati attraverso le incisioni
LA MOSTRA
UDINE Oltre tre secoli di storia raccontati attraverso incisioni che riproducono l'evoluzione del territorio, dalla fine del potere temporale del Patriarcato di Aquileia al Trattato di Campoformido. Apre oggi al Castello di Udine Friuli 1420-1797. Piante e vedute, la 39esima edizione della Triennale Europea dell'Incisione, che mette in mostra la cartografia d'epoca e una serie di vedute dei più importanti centri friulani illustrando le trasformazioni influenzate dalla dominazione veneziana. L'esposizione, inserita nel progetto triennale La Patria del Friuli nell'epoca veneziana 1420-1797 (che prevede per il 2022 una mostra degli incisori friulani tra 500 e 700 e nel 2023 una sugli incisori veneti in Friuli), sarà aperta fino al 27 giugno e permette di ammirare 50 incisioni di alto valore storico e artistico, tra cui una veduta di Udine a volo uccello del 1661 presente sia con la matrice in rame originaria (fatto assai raro), sia nelle due realizzazioni grafiche da essa derivate, datate 1661 e 1740. La rappresentazione sistematica dei territori, nella loro estensione e coerenza politica, evidenzia l'incremento e lo sviluppo storico del capoluogo e del territorio friulano, mettendo in luce antichi modelli di convivenza e raccontando i poteri locali e le forze in gioco più moderne che si affacciarono nel Quattrocento per imperversare nei secoli successivi. «Se guardiamo a queste opere ha spiegato il curatore Giuseppe Bergamini, autore anche del catalogo con testi di Andrea Zannini dell'Università di Udine, e Antonella Ponta -, ci accorgiamo che il centro è rimasto praticamente inalterato, a dimostrazione che la città ha saputo conservare i suoi monumenti più grandi. In quei secoli, l'influenza della grande cultura veneziana è stata determinante e ha dato molto al Friuli, che ha saputo recepirla nel modo migliore». Risalgono ad allora, come ha ricordato il sindaco Pietro Fontanini, alcune dei monumenti che caratterizzano il cuore udinese «come Piazza Libertà nel suo assetto odierno ha spiegato il primo cittadino -, la Loggia del Lionello, quella di San Giovanni e la Torre dell'Orologio. In quel periodo lungo e significativo, Udine ha subito trasformazioni fondamentali e ha saputo crescere, diventando riferimento, e lo è ancora, per tutto il territorio friulano, come luogo di identificazione e tutela di un patrimonio storico artistico identitario». Secondo il presidente della Fondazione Friuli, Giuseppe Morandini, uno dei punti di forza della mostra è quello di stimolare una riflessione sul cambiamento: «Queste cartografie - ha detto -, ci consentono di rivivere i gradi cambiamenti che Udine ha subito in quel periodo storico e cambiamento è la parola che caratterizzerà il futuro post pandemia, che ci porterà a ripensare e riorganizzare le nostre città». Alla presentazione ha voluto partecipare anche l'assessore regionale alla cultura Tiziana Gibelli, che di cartografia è un'appassionata: «La geografia ha commentato -, serve per raccontare le storie dei popoli; la cartografia per raccontare la storia dei territori che i popoli abitano. Quel periodo ha fornito a tutto il Friuli le basi per determinarne l'identità, la cultura e le tradizioni».
Alessia Pilotto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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