Rifiuti, il porta a porta diventa un caso politico

Sabato 14 Dicembre 2019
Rifiuti, il porta a porta diventa un caso politico
IL CASO RIFIUTI
UDINE Il porta a porta farà aumentare la Tari: ne è convinta l'opposizione, che attacca Palazzo D'Aronco. «Tra pochi giorni il Consiglio verrà chiamato a deliberare la Tari 2020 ha detto il capogruppo di Prima Udine, Enrico Bertossi -, con la conferma in via provvisoria delle tariffe 2019. Quelle definitive si avranno con la copertura effettiva dei costi del servizio e arriveranno a sorpresa durante l'anno». Cosa che, secondo il consigliere, significa semplicemente che «tutti i costi supplementari del porta a porta, con le implementazioni annunciate in corso d'opera, saranno scaricati sui cittadini, provocando aumenti che abbiamo già previsto molti mesi fa, tra il 10 e il 20%. Secondo il piano industriale della Net il nuovo servizio costava già il 2% in più, senza contare le novità più costose introdotte con i passaggi e i diversi tipi di servizio per i condomini. I conti presentati prevedono poi un ammortamento decennale del costo dei bidoncini (5,5 milioni di euro): dopo averli finalmente visti, non dureranno più di 2-3 anni. Come previsto ha concluso -, il conto salato alla fine verrà pagato da tutti, avendo in cambio solo disagi e disservizi». Lo stesso tema era stato sollevato da Vincenzo Martines (Pd) durante la commissione ambiente. «Sulla determina c'è scritto che i valori dovrebbero essere quelli del 2019 era intervenuto -. Però, essendoci cose imprevedibili, non è chiaro se la Tari aumenterà o no. Vogliamo vedere il piano industriale e l'analisi dei conti di bilancio perché sono basati sul raggiungimento dell'80% di differenziata: non deve succedere che non si raggiunga, né che la Tari si alzi».
D'altronde la Net, ribadendo l'apertura alla possibilità tra 15 mesi di apportare correttivi (dai sacchetti con il codice a barre alle isole ecologiche intelligenti), ha fatto presente che si tratta comunque d'interventi che avranno un costo. Lo stesso assessore all'ambiente, Silvana Olivotto a un certo punto è sbottata: «Vogliamo tutto perfetto, con piazzole ecologiche, cassonetti smart, più dipendenti, vigili ecologici. Vogliamo tutto, ma la Tari non deve aumentare di un centesimo. Mi sembra che qui ci sia qualcosa da rivedere».
LA DETERMINA
Il documento di giunta prevede che la tassa porti 11,8 milioni di euro, con una spesa di 11,39 milioni per il contratto di servizio con la Net e, in effetti, indica che la Tari resterà invariata. Per ora. «Il problema, che grava su tutti i Comuni ha spiegato l'assessore al bilancio, Francesca Laudicina -, è il nuovo metodo di calcolo della Tari stabilito dall'autorità centrale dell'Arera il 31 ottobre, a ridosso dell'approvazione dei bilanci». Troppo poco tempo, quindi, per ricalcolare e riapprovare i piani finanziari dei gestori. «Quando l'Autorità darà indicazioni ha concluso -, è possibile che si debba modificare la Tari».
DAI QUARTIERI
Arrivano anche le critiche del presidente della 3. Circoscrizione, Stefano Salmè: «Affermare che i correttivi, rispetto agli evidenti errori che si stanno palesando nella gestione del porta a porta, saranno apportati solo quando il sistema sarà a regime-, significa costruire la casa partendo dal tetto e non dalle fondamenta».
A preoccupare il quartiere, tra l'altro, è pure il progetto di una nuova ecopiazzola. «Il Consiglio di quartiere ha votato, all'unanimità, la richiesta di realizzare una piccola e non impattante isola ecologica rionale in via Zilli - è la tesi espressa -. Una scelta che allevierebbe, pur senza risolverlo completamente, il disagio che il nuovo sistema comporterà. Respingiamo con forza e chiediamo assoluta chiarezza, rispetto all'idea ventilata di una megapiazzola ecologica da 10 mila metri quadrati, da realizzare in viale Forze Armate, praticamente in mezzo alle case. Non siamo e non vogliamo diventare la pattumiera della città. Se così fosse, inviteremmo la cittadinanza del nostro quartiere alla massima mobilitazione».
Alessia Pilotto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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