«Non l'avevamo mai visto armato Era esuberante, studiava falegnameria»

Martedì 23 Luglio 2019
«Non l'avevamo mai visto armato Era esuberante, studiava falegnameria»
LE REAZIONI
UDINE «Era forse un po' esuberante, ma come tanti altri ragazzi ospiti da noi. Ma grossissimi problemi, qui, non li aveva mai dati».
LA STRUTTURA
Alla Casa dell'Immacolata ancora non si capacitano che quel diciassettenne di origini albanesi «arrivato a febbraio, trasferito da un'altra struttura di accoglienza della regione» abbia potuto accoltellare a morte un suo quasi coetaneo, diventato diciottenne da poco, un connazionale passato anche lui per il percorso dei centri per minori stranieri non accompagnati.
Il ragazzino accusato di aver aggredito con un coltello il diciottenne «forse era un po' turbolento, ma come altri ragazzi - dicono alla segreteria della struttura fondata da don Emilio de Roja per accogliere i ragazzini in difficoltà -. Non era mai stato coinvolto in pestaggi o cose simili qui da noi». E quel coltello da cucina, con cui il 17enne di origini albanesi sarebbe arrivato al parco e con cui avrebbe ferito a morte il diciottenne nell'area verde in fondo a via Derna? «Non saprei dire dove abbia trovato quella lama. Qui i coltelli in mensa non ci sono: le posate sono di plastica. Non lo abbiamo mai visto armato qui. Se lo fosse stato, lo avremmo sicuramente fermato». Nella struttura il diciassettenne «frequentava un corso interno di falegnameria, non con risultati brillanti, ma non è l'unico. Ha anche fatto un periodo di stage in una ditta della zona».
IL SINDACO
A pochi giorni dalla rapina con sparatoria in pieno centro, un altro fatto che sconvolge l'estate udinese. «Purtroppo - nota il sindaco Pietro Fontanini - la violenza sta diventando una costante e tocca anche noi che qui a Udine ci sentivamo più lontani da questi fatti di cronaca. Bisogna fare informazione. La comunità di don de Roja svolge un lavoro encomiabile: in quella struttura sono passati migliaia di ragazzi. Capita che qualche volta si azzuffino, che facciano una scazzottata, ma arrivare a prendere un coltello e ferire a morte un altro ragazzo è una cosa gravissima», dice Fontanini. Secondo lui «viviamo purtroppo in un tempo in cui i social non dico che incitino alla violenza, ma fanno vedere che la violenza è una cosa gratuita. Invece, la vita umana non è una cosa gratuita, è un valore assoluto: una volta persa, è persa per sempre. Quel ragazzo pensava di trovare in Friuli qualcosa di positivo. Invece, ha trovato la morte. Una cosa che mi colpisce e mi lascia molto amareggiato». Per Fontanini «agli educatori bisogna dire che ai ragazzi bisogna trasmettere valori più forti e fargli capire che la violenza è una cosa assurda e che non dev'essere assolutamente un elemento da utilizzare quando ci sono divergenze o discordie fra di loro».
Camilla De Mori
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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