Lo sport nel caos: allenamenti prima vietati, poi concessi

Mercoledì 26 Febbraio 2020
IL CASO
PORDENONE Allenamenti sportivi vietati. Anzi no, perché l'ordinanza regionale la si può reinterpretare sia in senso restrittivo che a maglie più larghe. E allora si è passati a una situazione per così dire a pois, con qualche Comune che ieri mattina ha comunicato la riapertura di palestre e piscine, ma anche il via libera alle sedute delle squadre di calcio. Non era tra questi sindaci Alessandro Ciriani, primo cittadino di Pordenone, che in mattinata aveva deciso - d'accordo con il prefetto - di proseguire aderente alla linea dura di Fedriga e Riccardi. Poi un altro dietrofront, sino alla decisione finale che è arrivata ancora una volta dalla Regione, con la doppia firma apposta dal Coni: gli allenamenti sono stati definitivamente sdoganati.
Da oggi, quindi, almeno il mondo dello sport può tornare a respirare una parvenza di normalità, anche se l'ordinanza della Regione (su questo punto inflessibile) non ammette la presenza del pubblico durante gli allenamenti almeno sino al 1 marzo incluso. E anche il Comune di Pordenone, a valle della comunicazione regionale, si è adeguato, permettendo lo svolgimento degli allenamenti. Riaprono anche le palestre comunali, che erano rimaste chiuse in seguito alla prima comunicazione di domenica pomeriggio. Resta in vigore il divieto di svolgere manifestazioni pubbliche che prevedono un grande afflusso di persone.
LE ATTIVITÀ
C'è attesa per il mercato settimanale che stamattina sarà allestito in centro a Pordenone. L'intenzione di svolgerlo era già stata confermata dal sindaco dopo l'incontro con i vertici regionali di lunedì. Un caso particolare si è registrato invece in viale Treviso, dove un benzinaio ha scelto di chiudere la sua pompa per due giorni. Singolare la proposta della parrocchia pordenonese del Sacro Cuore: «Non potendo ritrovarci insieme come comunità riunite in chiesa, vi proponiamo di condividere uno scatto dei vostri momenti di preghiera personale postandoli direttamente su Facebook oppure inviando una foto via Whatsapp».
M.A.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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