Legge e finanziamenti per tutelare i cinque siti riconosciuti dall'Unesco

Martedì 21 Maggio 2019
Legge e finanziamenti per tutelare i cinque siti riconosciuti dall'Unesco
IL PATRIMONIO
UDINE Quattrocentodieci mila euro per ogni anno da qui al 2021. È la dotazione finanziaria con cui nasce il disegno di legge «Misure di sostegno a favore del patrimonio regionale inserito nella lista del patrimonio mondiale posto sotto la tutela dell'Unesco», che ieri la Giunta regionale ha approvato in via definitiva su proposta dell'assessore alla Cultura, Tiziana Gibelli, dopo aver ottenuto il parere favorevole del Consiglio delle autonomie. Il documento sancisce e regola le forme di sostegno a favore dei siti Unesco regionali e stabilisce finanziamenti annuali per far fronte agli oneri di gestione ordinaria e stanziamenti specifici per le altre azioni, tra le quali la promozione. A questo proposito, non sono inclusi la zona archeologica e Basilica Patriarcale di Aquileia e il sito naturale Dolomiti Unesco che già godono di finanziamenti dedicati. Sono, invece, previste misure regionali di sostegno per conservazione, valorizzazione e fruizione del patrimonio culturale immateriale del Friuli Venezia Giulia. Nello specifico, 390mila euro sono destinati ai tre siti già esistenti - sito palafitticolo di Livenza e Santissima (Polcenigo), Fortezza di Palmanova e Gastaldaga con il Tempietto Longobardo, il complesso episcopale e il museo archeologico di Cividale del Friuli - mentre le restanti risorse saranno dedicate per le candidature attuali come quella in corso del Collio-Brda e per le future.
CONTINUITÀ
Con questo disegno di legge, la Regione intende esprimere il carattere permanente del proprio impegno per conservazione, valorizzazione e fruizione del patrimonio culturale regionale, anche immateriale e naturale, posto sotto la tutela dell'Unesco cinque i siti in Friuli Venezia Giulia -, nella prospettiva di uno sviluppo integrato e sostenibile dei territori interessati. Il testo della norma, che ora dovrà cominciare l'iter in Consiglio regionale, identifica le finalità e le linee principali dell'impegno regionale, che vede coinvolti, secondo un processo partecipato e nel rispetto delle sfere di competenza, soggetti pubblici e privati interessati a valorizzare e conservare il bene Unesco, prevedendo anche le condizioni necessarie per ottenere i finanziamenti regionali. Il primo riconoscimento Unesco per il Friuli Venezia Giulia è arrivato nel 1998, alla zona archeologica e basilica patriarcale di Aquileia. Undici anni dopo, nel 2009, diventano Patrimonio dell'Umanità le Dolomiti, comprese quelle del territorio della provincia di Udine e Pordenone. Passano due anni e la regione si arricchisce del terzo riconoscimento: nel 2011 a diventare sito Unesco è Cividale, come uno dei luoghi del potere dei Longobardi in Italia. Nello stesso anno il bollino Unesco se lo aggiudicano anche il borgo Palù di Livenza-Santissima, a Polcenigo, parte dei siti palafitticoli preistorici attorno alle Alpi. È, infine, del 2017 l'ennesima scommessa vinta per il Friuli, con la Fortezza di Palmanova divenuta parte delle Opere di difesa veneziane tra XVI e XVII secolo considerate meritevoli di essere Patrimonio dell'umanità. Il disegno di legge approvato ieri istituisce all'interno della Regione anche un'apposita struttura che garantisca il necessario supporto tecnico operativo per la conservazione, la valorizzazione, il coordinamento e la fruizione del patrimonio mondiale culturale, anche immateriale, e per il sostegno ai progetti di inserimento di nuovi beni nella lista Unesco.
Antonella Lanfrit
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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