LA STRUTTURA
UDINE Il Pronto soccorso è sotto pressione ma sono in arrivo

Venerdì 30 Ottobre 2020
LA STRUTTURA
UDINE Il Pronto soccorso è sotto pressione ma sono in arrivo i tamponi rapidi. Sono passati i tempi in cui la sala d'attesa del Ps era zeppa di utenti, tra cui anche diversi codici bianchi. Oggi la maggior parte dei pazienti arriva o con ambulanza o su indicazione dei medici delle Usca (Unità speciali di continuità assistenziale) o dei medici di medicina generale (mmg) e sono arrivi appropriati spiega il direttore del Ps del Santa Maria della Misericordia, Mario Calci.
PRONTO SOCCORSO IN AFFANNO
Nei giorni scorsi si sono viste, in alcuni ospedali d'Italia, file di ambulanze che non riuscivano a scaricare i pazienti con i Pronto soccorso che non erano in grado di accoglierli. Immagini da cui da cui siamo ben lontani?. Il rischio c'è ammette Calci - perché la capienza, seppure aumentata, può essere messa a dura prova. Ci sono momenti della giornata in cui si concentrano le ambulanze e gli arrivi. Noi siamo un Pronto soccorso hub per il Covid per tutta la provincia e abbiamo sfiorato la situazione del Ps pieno con le ambulanze che facevano fatica a lasciare i pazienti. I numeri parlano chiaro: arrivano anche 40 pazienti Covid al giorno, alcuni sono rimasti in Ps anche 24 ore, mediamente precisa Calci - un paziente, che poi può anche essere dimesso, richiede dalle 12 alle 16 ore. Sono tante ore di assistenza. Ma la maggior parte dei malati Covid che arriva in ps viene poi ricoverata, sono i casi più gravi. Così si va dal giorno in cui su 42 pazienti se ne ricoverano 12 a quello in cui su 22 arrivi ne vengono ricoverati 13 Su 42 ricoverati. Il tempo medio passato in Ps è molto maggiore di prima perché condizionato dall'esecuzione del tampone che richiede diverse ore. Abbiamo tempi di permanenza e assistenza in Ps aumentati, anche due o tre ore in più ed è uno dei problemi che stiamo affrontando.
Tutto questo, ed è la buona notizia, dovrebbe avere una facilitazione non appena verranno messi in opera i tamponi rapidi direttamente su un macchinario in Pronto soccorso. È un macchinario certificato e con una validità pari a quella dei test che oggi vengono eseguiti in laboratorio afferma il direttore - ma che ci permetterà di avere il test in 20 minuti e di accelerare i percorsi di uscita. Sono già disponibili in azienda, stiamo aspettando che venga completata l'interfaccia informatica per poterli mettere a sistema entro pochi giorni. Speriamo di essere operativi già dalla prossima settimana. Un aiuto a Udine arriva anche dai Pronto soccorso degli ospedali periferici, gli spoke, che hanno una funzione fondamentale per valutare i pazienti dell'area locale e avere i test rapidi permetterà di gestire in loco una serie di pazienti che oggi vengono mandati a Udine, dive, per altro, arrivano pazienti gravi con altre patologie. Questo in un certo senso è positivo - afferma Calci - perché vuol dire che la gente non ha paura di venire a curasi per patologie importanti .Tutto questo però mette a dura prova il sistema perché dobbiamo mantenere un'attività su entrambe i fronti e con difficoltà a trovare personale, e gli infermieri sono una risorsa rara ancora più rara sostiene il direttore che aggiunge in grandissimo grazie a tutto il personale che sta dando il massimo.
INFLUENZA E COVID
La mia visione ottimistica in questa situazione drammatica che stiamo per affrontare e che non abbiamo visto in Fvg a marzo dice Calci - è la speranza che l'utilizzo del vaccino, delle mascherine e delle precauzioni ci aiuti a ridurre l'incidenza dell'influenza. Solo i pazienti che presentano difficoltà respiratorie devono essere valutati in Ps. Dovesse esserci un picco influenzale tutto l'ospedale potrebbe andare in sofferenza. Speriamo che non si sovrappongano le due situazioni di complessità. A mantenere in asse il sistema possono essere d'aiuto anche i test fatti da mmg e pediatri. Si sta facendo un grosso lavoro per testare la maggior parte possibile della popolazione con modelli diversi conclude - Maggiore è il numero di test fatti, maggior capacità diamo di identificare la malattia e ridurre la diffusione, per cui qualsiasi scelta che porti a una maggiore penetrazione sul territorio dell'approfondimento diagnostico è benvenuta.
Lisa Zancaner
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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