IL MESSAGGIO
PORDENONE L'anno del Covid, e basterebbe dire questo per riassumere

Giovedì 24 Dicembre 2020
IL MESSAGGIO
PORDENONE L'anno del Covid, e basterebbe dire questo per riassumere il messaggio di fine anno del presidente regionale Massimiliano Fedriga. «Uno degli anni più difficili della storia recente», è la locuzione che ha scelto assieme al vicepresidente Riccardi. «È stato un anno estremamente complicato, che ci ha costretto a rivedere le prospettive del territorio. Ci siamo trovati di fronte a uno scenario non scontato, sia dal punto di vista delle libertà personali, che sotto il profilo lavorativo. La pubblica amministrazione ha lavorato con urgenza ed emergenza, per una situazione imprevedibile che purtroppo continua ad esserci». Affiancato da tutta la giunta, Fedriga ha però costruito un ponte. Non quello sul Meduna, che fa parte dei finanziamenti che dovranno garantire il rilancio, ma più idealmente quello con il 2021. «L'anno dei vaccini, che lentamente ci ridaranno la normalità».
LE CIFRE
Tante, quelle snocciolate da presidente e assessori. Ma nell'anno peggiore dalla Seconda guerra mondiale, inevitabile che si finisca - ancora una volta - a parlare di Covid. «Abbiamo potenziato il nostro sistema sanitario, aumentando in due anni i posti letto, aggiungendone 400. Contiamo 950 unità di personale in più nel 2020. Abbiamo aumentato di 20 milioni il finanziamento delle rette per le residenze per anziani. Siamo la regione che sui tamponi molecolari ha le migliori performance». Ma la pandemia picchia, non solo dal punto di vista sanitario. Fedriga ha rimarcato come l'occupazione in Fvg sia stabile (caso unico in Italia), ma ha parlato allo stesso tempo di «ripercussioni mondiali che dovremo affrontare». E qui si innestano le cifre relative agli aiuti connessi ai danni provocati dal virus. «Siamo consapevoli di non riuscire a coprire tutte le perdite delle attività produttive, ma siamo stati tra i primi ad aprire le nostre casse, per permettere alle attività di non chiudere. Abbiamo ragionato sui pilastri della salute, del lavoro, della famiglia, del territorio. Siamo riusciti a mettere sul piatto 93 milioni subito e 21 legati alla pianificazione Por-Fesr». Dai ristori al contributo affitti, sino alle iniezioni di denaro per cultura e sport e per finire con la gestione dei 21 milioni (in futuro) del programma europeo Por-Fesr, adattato ai tempi pandemici.
LA SALUTE
«Stiamo affrontando un mare di sfide, per una regione che oggi è la seconda per anzianità in Italia - ha aggiunto Riccardi -. Abbiamo bisogno di dare più servizi, soprattutto a domicilio. La nostra Protezione civile ha mostrato la sua forza nel mezzo della pandemia, ancora una volta dopo il terremoto del 1976. Nel 2021 serve un grande piano per le competenze sanitarie. Il personale deve avere delle opportunità di carriera e formazione che ci consenta di avere molte professionalità. Servirà un poderoso investimento sulla prevenzione e nelle strutture delle cure intermedie».
OPERE E PIANI
Ogni assessore ha presentato il lavoro dell'anno che sta per finire. Si è passati dalla scuola, che intravede la ripresa del 7 gennaio, all'ambiente (annunciata la Green valley nell'area triestina), dalla famiglia (nuova legge annunciata per il 2021), alle grandi opere (nuovo Ponte sul Meduna, riqualificazione del Porto Vecchio a Trieste, lavori nel quartiere di Sant'Osvaldo a Udine). E ancora la montagna da valorizzare, la ferrovia Trieste-Lubiana-Vienna, la tangenziale sud di Udine, la sicurezza idrogeologica e la lotta all'immigrazione clandestina. Un'appendice normale in una conferenza che di normale, come l'anno che era chiamata a chiudere, non aveva nulla.
Marco Agrusti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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