IL CASO
UDINE Il Consiglio ha appena votato una mozione per la tutela dell'ambiente;

Venerdì 20 Settembre 2019
IL CASO
UDINE Il Consiglio ha appena votato una mozione per la tutela dell'ambiente; il presidente Enrico Berti annuncia il nuovo tema, invece si prenota la consigliera Sara Rosso (Pd): «È un intervento personale», annuncia. E scoppia il caso dell'sms sgradito: lei, che è da sempre in prima linea sulle tematiche di genere e pari opportunità, è la destinataria; l'autore, invece, è il consigliere di Forza Italia Giovanni Govetto, vicino a Comunione e Liberazione. L'esponente dem parla (e la seduta è in diretta streaming): «Ho pensato lungamente se intervenire o meno, ma per il rispetto che provo verso questa istituzione ho deciso di farlo. Mi sento offesa e discriminata in quanto donna, per il messaggio che ho ricevuto all'inizio del consiglio comunale da parte di Govetto, messaggio che per rispetto al consigliere non leggerò e non divulgherò. Sono qui per dare il mio contributo alla città di Udine, non per essere soggetto di commenti riguardanti la mia persona e il mio modo di vestire. Chiedo al presidente di richiamare tutti al rispetto reciproco e per quest'aula, in cui ci troviamo a svolgere assieme un lavoro istituzionale». A provocare la reazione di Rosso è stato un testo giudicato troppo confidenziale, con riferimenti al suo abbigliamento e alla distrazione che poteva causare: un messaggio che la consigliera non ha affatto gradito. «Il rispetto deve esserci sempre, dall'inizio alla fine, se deve replicare dice Berti, chiamato in causa, tentando di evitare lo scatenarsi di un dibattito -, lo faccia nelle dovute maniere, ma non in quest'aula». Govetto, però vuole rispondere: «Mi scuso, non era mia intenzione offenderla, mi sembrava un modo per richiamare un aspetto dell'abbigliamento da tenere in aula. Mi scuso, però, se è stato mal interpretato». Ieri, quando il caso è balzato alla cronaca, il consigliere ha ribadito: «Non ritengo di essere stato offensivo, volevo solo farle notare in modo gentile, non arrogante, che forse il suo non era un abbigliamento adeguato all'aula. Ma mi scuso perché ci è rimasta male e mi dispiace». «Semplicemente ha detto Rosso -, era un messaggio inadeguato al luogo e a ciò che stavamo facendo. Mi premeva rendere la questione pubblica, perché è un atteggiamento inappropriato che ho vissuto come consigliera e come donna e ne viviamo ogni giorno. La faccenda, comunque, per me si è esaurita lì, con gli interventi del presidente e di Govetto. Non ho dubbi che non accadrà di nuovo». Alla fine, rimangono le parole con cui Berti ha chiuso in aula: «Bisogna fare le cose con serietà. Tutto ciò che facciamo, diciamo, scriviamo, anche sui social, ha una valenza: vi ho sempre richiamato su questo e continuerò a farlo».
Al.Pi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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