IL CASO
UDINE Episodio molto movimentato ieri, all'ora di pranzo, in via Leopardi

Giovedì 2 Luglio 2020
IL CASO
UDINE Episodio molto movimentato ieri, all'ora di pranzo, in via Leopardi a Udine. Secondo la ricostruzione fatta dai carabinieri della Compagnia di Udine, guidati dal capitano Romolo Mastrolia, tutto sarebbe nato da una baruffa fra due stranieri nei pressi dell'autostazione. Ma poi, le cose sono trascese. E ci è andato di mezzo anche un consigliere comunale di Udine, il leghista Paolo Foramitti, che, secondo il suo racconto, ha rimediato un colpo allo sterno, da parte di un pakistano ubriaco: Foramitti è ricorso alle cure del Pronto soccorso. «Mi hanno dato 21 giorni di prognosi - spiegava ieri sera -. Ho la sospetta incrinatura di quattro costole. Domani (oggi ndr) o venerdì farò formale denuncia ai carabinieri e porterò il referto dell'ospedale. È giusto che questa persona venga perseguita». Immediate le reazioni della politica. Il sindaco Pietro Fontanini, nell'esprimere la solidarietà al consigliere, ha lanciato un messaggio a commercianti e residenti della zona: «Useremo tutti gli strumenti a nostra disposizione affinché la musica cambi, fino a quando non entrerà a tutti in testa il concetto che le regole si rispettano e che il quartiere delle Magnolie non ha alcuna intenzione di diventare il Bronx della città».
LA TESTIMONIANZA
Intorno all'ora di pranzo, ieri, in via Leopardi, dove vive e lavora, Foramitti, 63 anni, stava rientrando a casa. «Ho visto questo gruppetto di persone. Sembrava scherzassero. Erano in due o tre, con altre persone intorno. In particolare due di loro si stavano spintonando, come spesso succede in questa zona. Ma di solito accade la sera, non in pieno giorno. Erano a 10-15 metri da me. Io ho tirato dritto. So che non è il caso di intervenire: spesso mi capita piuttosto di chiamare le forze dell'ordine. Ma uno si è staccato e mi ha spintonato e mi ha dato un colpo allo sterno, all'improvviso e senza motivo. Non sono caduto». A quel punto «mi sono allontanato, per non essere coinvolto ulteriormente. L'uomo è stato un po' fermato dagli altri. Ho chiamato i carabinieri. Poi, ho visto che si stava allontanando e lo ho seguito a distanza: non volevo che la cosa restasse impunita. Mi è stato detto che avrebbe spintonato una signora, ma non l'ho visto. Ho visto invece che all'altezza della Gelateria All'Orso, iniziava a prendere le sedie e a lanciarle per strada, tanto che sono usciti in due dal bar. In quel momento sono arrivati i carabinieri che lo hanno bloccato e subito dopo due agenti della Polizia locale». Secondo Foramitti «essere coinvolti senza ragione in questo modo non è nella logica di una città come Udine. Siamo in centro, non nella periferia di una metropoli americana. Non siamo il Bronx. Udine è la capitale del Friuli: abbiamo sostenuto certi valori, con Fontanini, vedere le cose arrivare a questo punto non è accettabile. Bisogna che le autorità cambino strategia di intervento: evidentemente è stato perso il controllo della zona. Già prima non andava bene. Ma la situazione si è aggravata da 5-6 anni: prima non c'era questa violenza gratuita e diffusa, con questa numerosità di extracomunitari che iniziano a bere alle 7-8 di mattina». L'uomo, poi risultato un pakistano classe 1986, regolare in Italia, pare fosse così ubriaco e su di giri che i carabinieri avrebbero dovuto faticare per contenerlo, tenendolo a lungo sotto controllo prima dell'arrivo dei sanitari, che lo hanno portato al pronto soccorso. Dai controlli dell'Arma, a suo carico, è risultato pendente un divieto di ritorno a Udine. Pertanto ieri è stato denunciato a piede libero per violazione del divieto di ritorno e per ubriachezza. Con la denuncia di Foramitti, il quadro delle contestazioni potrebbe cambiare.
LE REAZIONI
Per l'assessore Alessandro Ciani «sono episodi che fanno male e allo stesso tempo rabbia. Fortunatamente il nostro consigliere ha saputo difendersi e mantenere la freddezza per seguire l'individuo e chiamare le forze dell'ordine, ma non è detto che chiunque avrebbe avuto la stessa prontezza di spirito». «Paghiamo dieci anni di totale abbandono della passata amministrazione che ideologicamente ha fallito con l'integrazione e l'accoglienza», dice Marco Valentini (Ar) , fiducioso negli strumenti adottati dalla giunta.
Camilla De Mori
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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