IL CASO
UDINE Ad agosto 7 milioni di ore di cassa integrazione autorizzate, un

Domenica 27 Settembre 2020
IL CASO
UDINE Ad agosto 7 milioni di ore di cassa integrazione autorizzate, un numero che «testimonia purtroppo una situazione di difficoltà ancora diffusa». È lo spaccato del mondo del lavoro in Friuli Venezia Giulia su cui ha posto l'accento ieri la Cgil regionale, mettendo in evidenza la situazione riguardante cassa integrazione e fondi integrativi straordinari (Fis) relativi allo scorso mese. Il sindacato non è per nulla rassicurato dal fatto che comunque il ricorso alla cassa integrazione è diminuito rispetto ai mesi precedenti, perché l'andamento di agosto, unito a quello dei mesi precedenti, indica che per la fine dell'anno le ore di cassa integrazione autorizzate arriveranno a 70 milioni. ««Livelli semplicemente inconcepibili prima dell'emergenza Covid-19 dichiara Susanna Pellegrini, responsabile delle politiche del lavoro nella segreteria regionale Cgil e che testimoniano purtroppo una situazione di difficoltà ancora diffusa. Se è vero infatti che siamo lontani dai 20 milioni di ore mensili autorizzate nei mesi del lockdown, aprile e maggio, 7 milioni di ore sono lo specchio di un'economia che viaggia ancora a scartamento ridotto, in particolare nel terziario, come testimoniano i valori molto elevati della cassa in deroga, quasi 2 milioni di ore, e del Fis, con 2,4 milioni di ore». Il precedente picco storico, ricorda la Cgil, fu toccato nel 2014, quando in regione si ebbero 29 milioni di ore di casse integrazione. Moltissime, ma molte, molte di meno rispetto a quelle che ha provocato il Covid-19 in questo 2020.
AGOSTO
«Ad agosto, in un solo mese, l'Inps ne ha autorizzato un volume pari a un quarto di quel dato, che comprendeva l'intero anno», ha aggiunto Pellegrini. Sono cifre che, nell'analisi del sindacato, indicano quanto la crisi sia «tutt'altro che alle spalle», anche perché a metà novembre verrà meno la copertura della cassa integrazione per Covid, estesa da 18 a 36 settimane con il decreto Rilancio. «Ammortizzatori e blocco dei licenziamenti commenta ancora Pellegrini, tornando sull'allarme già lanciato la scorsa settimana da Cgil, Cisl e Uil in occasione della mobilitazione nazionale sul lavoro hanno consentito di limitare l'impatto della crisi in termini di occupazione e di reddito, anche se a fronte di dolorosi tagli in busta paga, ma i nodi verranno al pettine in assenza di un piano straordinario di politiche industriali, a livello nazionale e regionale, per rilanciare gli investimenti pubblici e privati e per individuare i settori strategici per la ripresa. Parallelamente è indispensabile trovare nuove misure di sostegno e nuovi ammortizzatori per quei settori, come il turismo, gli appalti e vaste aree del terziario, che sono stati toccati più pesantemente dalla crisi e che tuttora stentano a ripartire». Sullo scenario che si presenterà a partire dalla cessazione della cassa integrazione per Covid, in questi giorni si è soffermata anche la presidente degli industriali friulani, Anna Mareschi Danieli, che l'altro giorno, presentando i successi occupazionali dei percorsi dell'Istituto tecnico superiore Malignani, ha evidenziato: «Con la fine della cassa integrazione sicuramente ci aspettiamo un grosso numero di lavoratori sul mercato, ma ha sottolineato prepariamoci poiché lo sappiamo già». Proprio per questo, e a fronte ai dati aggiornati sulla cassa integrazione, ieri il Pd Fvg è intervenuto con il suo responsabile Economia, Renzo Liva, chiedendo alla Giunta guidata da Massimiliano Fedriga «impegno e totale concentrazione», affinché «assieme alla salute, investimenti, innovazione, formazione e occupazione siano gli incubi diurni e notturni di Fedriga e di tutta la Giunta». Il Governo regionale, ha aggiunto Liva, «accetti la sfida e prenda in mano le leggi per rilanciare l'economia del Friuli Venezia Giulia. Non abbia paura e metta le mani nell'amministrazione concreta della Regione. Il tempo delle sagre è terminato, la rotta balcanica è un problema ma non il problema, stadi e discoteche ha concluso l'esponente Dem non sono una priorità».
Antonella Lanfrit
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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