I presidi: quale che sia la decisione l'importante è prenderla subito

Martedì 11 Agosto 2020
I presidi: quale che sia la decisione l'importante è prenderla subito
LE REAZIONI
UDINE Nelle scuole si respira preoccupazione. E tanta. Il conto alla rovescia prima del debutto delle lezioni a settembre è partito e ormai è questione di giorni.
«Quale che sia la decisione sui trasporti, l'importante è prenderla subito», dice Teresa Tassan Viol, presidente regionale dell'Associazione nazionale presidi, che si prepara ad una prima campanella anticipata al primo settembre. Quello della capienza a bordo di bus e corriere per portare i ragazzi in classe in tempo per le lezioni «è un bel problema che era emerso anche nella riunione di venerdì scorso in Prefettura a Trieste alla presenza della viceministra Ascani - dice -. Anche allora l'assessore regionale Graziano Pizzimenti è stato molto esplicito sulla necessità di sciogliere presto il nodo di quanti possono salire sui mezzi di trasporto». Anche secondo Tassan Viol, come secondo Pizzimenti, «i tempi sono il problema. Ci sarebbe stato un nodo oggettivo anche con tempi più lunghi, perché raddoppiare i trasporti la vedevo comunque complicata. Alle scuole è stato detto: chiedete e vi sarà dato. Ma in questo momento ci stiamo accorgendo che torneremo a scuola a settembre più o meno nella stessa situazione in cui eravamo a febbraio». Tolta l'incognita sui trasporti, «sugli spazi, ci è stato detto che con il metro statico gli alunni possono stare tutti comodamente nelle aule che hanno e non c'è ragione di avere organico aggiuntivo, dopo che noi dirigenti siamo impazziti per un mese a ragionare sull'organico flessibile. Alla fine, avremo le stesse classi con gli stessi numeri, gli stessi spazi, con gli stessi insegnanti, gli stessi bidelli e gli stessi trasporti. Anche le scuole sono in una situazione abbastanza imbarazzante. Adesso siamo fermi: è inutile riorganizzare tutto se i dati oggettivi cambiano continuamente. Possiamo anche organizzare le entrate scaglionate, alcuni alle 8 altri alle 9, ma se i trasporti sono quelli e me li portano alle 8, dove stanno in giro per la città per un'ora i ragazzi? Meglio che vengano in classe». Ma se i trasporti, causa posti al 60%, dovessero portare i ragazzi a orari diversi? «Se non arrivano tutti alla stessa ora, per noi è una variabile che bisogna sapere subito. I tempi stringono. .Se non arriveranno tutti assieme, allora bisognerà ragionare su didattica integrata a distanza e in presenza. Ma non lo possiamo sapere a settembre. L'ho detto anche al tavolo: le scuole si organizzano con le risorse che avranno. Se saranno poche si organizzeranno con poco, se saranno tante, meglio. Ma abbiamo bisogno di sapere quali sono le risorse e i servizi su cui contare, altrimenti rischiamo di continuare a lavorare a vuoto, con progetti che poi sfumano e lavoro buttato al vento».
I PRESIDI
Sulla stessa lunghezza d'onda Luca Gervasutti, preside allo Stellini e a Cividale: «Il tema dei trasporti non può essere trattato in modo disgiunto dalle modalità di riapertura della scuola: vanno trattati in modo coordinato, coinvolgendo i dirigenti, i genitori e le aziende dei trasporti. Il problema dei tempi lo abbiamo sollevato da molto: non ci si può ridurre ad affrontare questo tema quando manca un mese all'inizio dell'anno scolastico. È tutto ancora all'insegna dell'incertezza. Speravamo che l'esperienza potesse aiutarci a risolvere i problemi, non all'insegna dell'improvvisazione, invece dobbiamo ancora fare i conti con troppi punti interrogativi che rendono impossibile fare previsioni certe sull'avvio del nuovo anno scolastico». Il nodo trasporti, conferma Gervasutti, «è un problema sentito da molti genitori: allo Stellini vengono ragazzi da Tolmezzo o Lignano. È un problema enorme».
Cdm
© RIPRODUZIONE RISERVATA.
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