I comitati: «Temiamo i cavalli di Troia Vogliamo che si cancelli il progetto»

Mercoledì 1 Luglio 2020
I comitati: «Temiamo i cavalli di Troia Vogliamo che si cancelli il progetto»
LE REAZIONI
UDINE «Scoccimarro vuole incontrare la Greenman per contemperare le esigenze dei cittadini e quelle della proprietà? Benissimo la sua apertura. Però, vogliamo vedere i fatti». Dice così Luciano Zorzenone (Cordicom) primo firmatario della petizione con oltre 1.400 sottoscrizioni, raccolte in meno di un mese, consegnata a fine gennaio alla Regione per chiedere lo stop al progetto di ampliamento dell'inceneritore di Manzano. «Noi temiamo ipotetici cavalli di Troia», aggiunge con fare sibillino Cordicom. I comitati stanno perseguendo due strade. Da una parte quella politica, passata per l'audizione di ieri in commissione. Dall'altra, quella legale, che dopo un ricorso al Presidente della Repubblica (per impugnare la delibera con cui la Regione ha stabilito la non assoggettabilità a Via del progetto di ampliamento) ora è finita al Tar. «Desideriamo che la commissione si esprima in modo favorevole alle nostre richieste. Bisogna annullare la delibera fatta dalla Regione che riconosce la non necessità della Via. Chiediamo che l'iter per l'Aia venga annullato, non sospeso», prosegue. «Nei giorni scorsi, su consiglio del nostro legale, abbiamo anche fatto una lettera alla Regione, per metterla in condizione di bloccare la procedura e l'iter perché riteniamo che la Regione stia facendo un errore gravissimo. Se dovesse approvare il progetto, si troverebbe in una situazione grave, se il Tar dovesse dare ragione al nostro ricorso».
In audizione aveva ribadito che «la nostra azione non è per politica e neppure per oscurantismo» e aveva elencato, con i consulenti del Cordicom Nerina Picotti e Elena Rojac, tutti i motivi di obiezione all'ampliamento, da quelli di tipo urbanistico alle deroghe alle distanze dalle case, senza contare il timore di un «turismo dei rifiuti». Un tema, questo, sollevato anche da Francesco Casarella (Legambiente Udine) che, di fronte ai dati sulla produzione di rifiuti e sull'importazione di scarti (nel 2018 da fuori regione «circa 2 milioni di tonnellate di rifiuti speciali, di cui 427 pericolosi», ha detto citando i dati Ispra) si è chiesto: «Il revamping di impianti esistenti e di nuovi impianti è soprattutto determinato da flussi di rifiuti provenienti da fuori regione?». D'altronde, ha detto Legambiente, «all'inceneritore di Spilimbergo, oltre il 95% dei rifiuti è di provenienza extraregionale». Sul punto, però, nel progetto Greenman ha assicurato che i rifiuti trattati sarebbero di provenienza regionale. La contrarietà di Legambiente, ha aggiunto Casarella (che ha chiesto alla Regione un piano preciso di gestione dei flussi e «un ruolo proattivo»), è motivata anche dal fatto che «non si tratta di revamping, ma di un nuovo impianto» e sarebbe «incompatibile dal punto di vista urbanistico e dei criteri localizzativi». Il manzanese Livio Fantini, che vive vicino all'inceneritore, e ha visto «incendi, morie di pesci, rumori», ha detto chiaro: «Abbiamo dato abbastanza, non è giusto che paghino sempre gli stessi».
Compatto il fronte degli amministratori, con Lorenzo Alessio, assessore di Manzano, che ha anche ricordato come l'impianto esistente sia autorizzato fino al 2028 e che «i criteri della Greenman si scontrano con quelli da noi sollevati. I punti escludenti ci danno ragione, insieme agli altri sei comuni coinvolti nella lettera che chiede alla Regione di condividere la nostra preoccupazione». Della stessa idea anche il vicesindaco di Buttrio, Paolo Clemente e il sindaco di Pavia di Udine Beppino Govetto.
Cdm
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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