CONSIGLIO
UDINE Approvata all'unanimità l'acquisizione della competenza regionale in materia di grandi derivazioni idroelettriche. Il provvedimento ha ricevuto ieri il via libera del Consiglio regionale: «una risposta al territorio che sarà garantita da una società elettrica a maggioranza pubblica con almeno il 51% delle quote in mano al Friuli Venezia Giulia spiega Lorenzo Tosolini (Lega) - i concessionari saranno obbligati a fornire a titolo gratuito energia elettrica alla Regione da destinare per il 100% ai servizi pubblici e alle categorie dei territori delle Comunità di montagna e ai Comuni i cui territori sono interessati dalle derivazioni, così come il canone di concessione destinato alla misura del 100%». Dunque, «con un regolamento regionale da emanarsi entro 180 giorni, previo parere della commissione consiliare competente, saranno determinati i criteri di riparto del canone aggiuntivo tra i soggetti destinatari». «Imprescindibile» per Tiziano Centis (Cittadini) il percorso che ha portato ad una regionalizzazione della gestione delle opere idroelettriche e di derivazione d'acqua: «La nuova legge permetterà un controllo più ampio e capace di intervenire con puntualità sugli impianti e sul concessionario in qualsiasi momento e per qualsiasi motivo e in questo senso sarà basilare avviare quanto prima il percorso per la creazione di una Società Energetica Regionale pubblica o a maggioranza pubblica con almeno il 51% delle quote che permetterà di tenere conto degli interessi delle popolazione dell'intero Friuli Venezia Giulia e della montagna in modo particolare». «I concessionari aggiunge Centis - forniranno gratuitamente energia elettrica ai servizi pubblici e alle attività produttive insediate in ambito montano, per favorire uno sviluppo più armonioso ed equilibrato che non guarda soltanto al profitto ma anche alle esigenze del territorio e delle persone». «Una voce importante sottolinea rappresentante dei civici - riguarda la vocazione turistica delle vallate friulane, spesso compromesse dai dissesti. Questo nuovo strumento legislativo mette nero su bianco l'obbligo di riparazione dei danni e di ripristino paesaggistico, la messa in sicurezza di quei territori disseminati da frane e smottamenti». Conclude il consigliere: «Il solo invaso di Barcis è, per quasi la metà della sua capacità e capienza, pieno di detriti e dunque è quanto meno indispensabile per la sicurezza idraulica dello stesso lago e di tutto il territorio della Bassa pordenonese, il suo sghiaiamento». Dal canto suo, l'assessore all'Ambiente Fabio Scoccimarro ha spiegato che «territorio, comunità di montagna e i comuni interessati dalle derivazioni potranno godere già dal 2021 del 100% dei canoni di concessione, che passeranno dagli attuali 14 euro per kilowatt a 40 euro, per un totale di oltre 6 milioni di euro. A questi vanno aggiunti i canoni Bim pari a 5,5 milioni di euro già percepiti e il già citato 100% di energia elettrica gratuita stimato in circa 1,7 milioni di euro». Per la forzista Mara Piccin «importante è aver garantito anche la tutela della stabilità occupazionale e della sicurezza del personale nelle procedure di assegnazione delle concessioni. In Aula è stato recepito un emendamento grazie al quale è stata accolta un'ulteriore richiesta dei sindaci: per l'incremento della capacità di regolazione e modulazione della produzione degli impianti, è stata tolta l'opzione di realizzare sistemi di pompaggio e resta soltanto quella dei bacini di accumulo in quota con finalità di adattamento ai cambiamenti climatici, di gestione degli eventi di piena e di regolazione del sistema elettrico». Commenta Massimo Moretuzzo (Patto): «La Regione torna in possesso di un bene comune che come tale dovrà essere gestito» mentre il Movimento 5 stelle parla di «rivoluzione importante». Nicola Conficoni (Pd) sottolinea il contributo del gruppo affinché le risorse energetiche possano rimanere sul territorio montano e i lavoratori delle centrali siano garantiti grazie a maggiori tutele.
Elisabetta Batic
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA UDINE Approvata all'unanimità l'acquisizione della competenza regionale in materia di grandi derivazioni idroelettriche. Il provvedimento ha ricevuto ieri il via libera del Consiglio regionale: «una risposta al territorio che sarà garantita da una società elettrica a maggioranza pubblica con almeno il 51% delle quote in mano al Friuli Venezia Giulia spiega Lorenzo Tosolini (Lega) - i concessionari saranno obbligati a fornire a titolo gratuito energia elettrica alla Regione da destinare per il 100% ai servizi pubblici e alle categorie dei territori delle Comunità di montagna e ai Comuni i cui territori sono interessati dalle derivazioni, così come il canone di concessione destinato alla misura del 100%». Dunque, «con un regolamento regionale da emanarsi entro 180 giorni, previo parere della commissione consiliare competente, saranno determinati i criteri di riparto del canone aggiuntivo tra i soggetti destinatari». «Imprescindibile» per Tiziano Centis (Cittadini) il percorso che ha portato ad una regionalizzazione della gestione delle opere idroelettriche e di derivazione d'acqua: «La nuova legge permetterà un controllo più ampio e capace di intervenire con puntualità sugli impianti e sul concessionario in qualsiasi momento e per qualsiasi motivo e in questo senso sarà basilare avviare quanto prima il percorso per la creazione di una Società Energetica Regionale pubblica o a maggioranza pubblica con almeno il 51% delle quote che permetterà di tenere conto degli interessi delle popolazione dell'intero Friuli Venezia Giulia e della montagna in modo particolare». «I concessionari aggiunge Centis - forniranno gratuitamente energia elettrica ai servizi pubblici e alle attività produttive insediate in ambito montano, per favorire uno sviluppo più armonioso ed equilibrato che non guarda soltanto al profitto ma anche alle esigenze del territorio e delle persone». «Una voce importante sottolinea rappresentante dei civici - riguarda la vocazione turistica delle vallate friulane, spesso compromesse dai dissesti. Questo nuovo strumento legislativo mette nero su bianco l'obbligo di riparazione dei danni e di ripristino paesaggistico, la messa in sicurezza di quei territori disseminati da frane e smottamenti». Conclude il consigliere: «Il solo invaso di Barcis è, per quasi la metà della sua capacità e capienza, pieno di detriti e dunque è quanto meno indispensabile per la sicurezza idraulica dello stesso lago e di tutto il territorio della Bassa pordenonese, il suo sghiaiamento». Dal canto suo, l'assessore all'Ambiente Fabio Scoccimarro ha spiegato che «territorio, comunità di montagna e i comuni interessati dalle derivazioni potranno godere già dal 2021 del 100% dei canoni di concessione, che passeranno dagli attuali 14 euro per kilowatt a 40 euro, per un totale di oltre 6 milioni di euro. A questi vanno aggiunti i canoni Bim pari a 5,5 milioni di euro già percepiti e il già citato 100% di energia elettrica gratuita stimato in circa 1,7 milioni di euro». Per la forzista Mara Piccin «importante è aver garantito anche la tutela della stabilità occupazionale e della sicurezza del personale nelle procedure di assegnazione delle concessioni. In Aula è stato recepito un emendamento grazie al quale è stata accolta un'ulteriore richiesta dei sindaci: per l'incremento della capacità di regolazione e modulazione della produzione degli impianti, è stata tolta l'opzione di realizzare sistemi di pompaggio e resta soltanto quella dei bacini di accumulo in quota con finalità di adattamento ai cambiamenti climatici, di gestione degli eventi di piena e di regolazione del sistema elettrico». Commenta Massimo Moretuzzo (Patto): «La Regione torna in possesso di un bene comune che come tale dovrà essere gestito» mentre il Movimento 5 stelle parla di «rivoluzione importante». Nicola Conficoni (Pd) sottolinea il contributo del gruppo affinché le risorse energetiche possano rimanere sul territorio montano e i lavoratori delle centrali siano garantiti grazie a maggiori tutele.
Elisabetta Batic
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