Grandi derivazioni idroelettriche, sì unanime alla legge

Mercoledì 28 Ottobre 2020
CONSIGLIO
UDINE Approvata all'unanimità l'acquisizione della competenza regionale in materia di grandi derivazioni idroelettriche. Il provvedimento ha ricevuto ieri il via libera del Consiglio regionale: «una risposta al territorio che sarà garantita da una società elettrica a maggioranza pubblica con almeno il 51% delle quote in mano al Friuli Venezia Giulia spiega Lorenzo Tosolini (Lega) - i concessionari saranno obbligati a fornire a titolo gratuito energia elettrica alla Regione da destinare per il 100% ai servizi pubblici e alle categorie dei territori delle Comunità di montagna e ai Comuni i cui territori sono interessati dalle derivazioni, così come il canone di concessione destinato alla misura del 100%». Dunque, «con un regolamento regionale da emanarsi entro 180 giorni, previo parere della commissione consiliare competente, saranno determinati i criteri di riparto del canone aggiuntivo tra i soggetti destinatari». «Imprescindibile» per Tiziano Centis (Cittadini) il percorso che ha portato ad una regionalizzazione della gestione delle opere idroelettriche e di derivazione d'acqua: «La nuova legge permetterà un controllo più ampio e capace di intervenire con puntualità sugli impianti e sul concessionario in qualsiasi momento e per qualsiasi motivo e in questo senso sarà basilare avviare quanto prima il percorso per la creazione di una Società Energetica Regionale pubblica o a maggioranza pubblica con almeno il 51% delle quote che permetterà di tenere conto degli interessi delle popolazione dell'intero Friuli Venezia Giulia e della montagna in modo particolare». «I concessionari aggiunge Centis - forniranno gratuitamente energia elettrica ai servizi pubblici e alle attività produttive insediate in ambito montano, per favorire uno sviluppo più armonioso ed equilibrato che non guarda soltanto al profitto ma anche alle esigenze del territorio e delle persone». «Una voce importante sottolinea rappresentante dei civici - riguarda la vocazione turistica delle vallate friulane, spesso compromesse dai dissesti. Questo nuovo strumento legislativo mette nero su bianco l'obbligo di riparazione dei danni e di ripristino paesaggistico, la messa in sicurezza di quei territori disseminati da frane e smottamenti». Conclude il consigliere: «Il solo invaso di Barcis è, per quasi la metà della sua capacità e capienza, pieno di detriti e dunque è quanto meno indispensabile per la sicurezza idraulica dello stesso lago e di tutto il territorio della Bassa pordenonese, il suo sghiaiamento». Dal canto suo, l'assessore all'Ambiente Fabio Scoccimarro ha spiegato che «territorio, comunità di montagna e i comuni interessati dalle derivazioni potranno godere già dal 2021 del 100% dei canoni di concessione, che passeranno dagli attuali 14 euro per kilowatt a 40 euro, per un totale di oltre 6 milioni di euro. A questi vanno aggiunti i canoni Bim pari a 5,5 milioni di euro già percepiti e il già citato 100% di energia elettrica gratuita stimato in circa 1,7 milioni di euro». Per la forzista Mara Piccin «importante è aver garantito anche la tutela della stabilità occupazionale e della sicurezza del personale nelle procedure di assegnazione delle concessioni. In Aula è stato recepito un emendamento grazie al quale è stata accolta un'ulteriore richiesta dei sindaci: per l'incremento della capacità di regolazione e modulazione della produzione degli impianti, è stata tolta l'opzione di realizzare sistemi di pompaggio e resta soltanto quella dei bacini di accumulo in quota con finalità di adattamento ai cambiamenti climatici, di gestione degli eventi di piena e di regolazione del sistema elettrico». Commenta Massimo Moretuzzo (Patto): «La Regione torna in possesso di un bene comune che come tale dovrà essere gestito» mentre il Movimento 5 stelle parla di «rivoluzione importante». Nicola Conficoni (Pd) sottolinea il contributo del gruppo affinché le risorse energetiche possano rimanere sul territorio montano e i lavoratori delle centrali siano garantiti grazie a maggiori tutele.
Elisabetta Batic
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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