Ex Trischitta, inghippo stipendio Per agosto necessario attendere

Martedì 17 Settembre 2019
IL RIAVVIO
PORDENONE Dallo scorso 26 agosto, giorno dell'avvio della nuova società Friul Fruict dopo l'acquisizione post-fallimento, i dieci negozi con il marchio Trischitta hanno proseguito nella loro attività riprendendo a pieno regime. I 43 addetti che sono passati dalla vecchia alla nuova società avevano continuato a lavorare anche nelle fasi più complicate della trattativa per gli accordi sindacali e l'acquisizione.
IL FALLIMENTO
In particolare dopo la dichiarazione di fallimento il tribunale aveva disposto (visto anche il tipo di attività svolta e la deperibilità della merce) l'esercizio provvisorio per consentire la continuità operativa. E nel mese di agosto era stato la curatela fallimentare a prendersi in carico i dipendenti e a garantire la prosecuzione dell'attività anche in quel periodo. E sullo stipendio del mese di agosto - spettante proprio alla quarantina di commessi che hanno lavorato - c'è però un problema tecnico. Il pagamento da parte della curatela fallimentare non era possibile in quanto la vendita prevede la riserva di proprietà, una sorta di acquisto in leasing. Che prevede il pagamento di diverse rate, l'ultima delle quali dovrà essere versata nel febbraio del 2020. E finché non vi sarà il calcolo del passivo - e anche la garanzia su una certa quota di denaro - il curatore non potrà pagare i creditori. E tra questi ci sono anche i lavoratori cui spetta il pagamento della mensilità di agosto. Dopo un incontro tra la curatela e la nuova società si è comunque giunti a un accordo in modo da agevolare i dipendenti. Mentre per ferie e i permessi che gli ex dipendenti avanzano dovranno insinuarsi nel fallimento e attendere i tempi dell'iter fallimentare.
ALTRI NEGOZI
Intanto, nessuno degli ex addetti tra i sette che, in agosto, avevano manifestato al curatore la possibilità di poter acquisire almeno un paio dei dieci punti vendita rimasti esclusi dal salvataggio se l'è sentita di attuare l'operazione di auto-imprenditorialità attraverso l'avvio della partita Iva. Nonostante il costo piuttosto ridotto - 3.300 euro - nessuno ha colto la sfida. Probabilmente il fatto che gli stabili erano tutti in affitto - e quindi l'avvio avrebbe comportato il pagamento dell'affitto alla proprietà - ha ostacolato la scelta di ripartire in proprio. I dieci negozi sono stati venduti in blocco a un'unica società.
d.l.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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