ETÀ SICURA
UDINE Quattro équipe multidisciplinari composte da professionisti

Venerdì 10 Gennaio 2020
ETÀ SICURA
UDINE Quattro équipe multidisciplinari composte da professionisti del Servizio sanitario, una per ogni territorio di riferimento delle Prefetture di Trieste, Udine, Pordenone e Gorizia, con la missione dichiarata di accertare tutti i numerosi casi dubbi sull'età dei più giovani richiedenti asilo non accompagnati, visto che i minorenni godono di uno stato di protezione rafforzato rispetto a chi abbia già compiuto il diciottesimo anno d'età. È quanto stabilisce una delibera che la Giunta regionale ha varato su proposta del vicepresidente Riccardo Riccardi e di concerto con la Procura e il Tribunale per i minorenni del Friuli Venezia Giulia.
L'EMERGENZA
L'emergenza della rotta balcanica delle migrazioni è una circostanza drammaticamente abituale sulla frontiera orientale del paese e in particolare nelle aree di Trieste e di Gorizia. Anche in questi giorni una misura non trascurabile dei nuovi arrivi attraverso i sentieri del Carso è rappresentata da ragazzini che dichiarano la propria minore età, elemento questo che di per sé solo impedisce forme di rimpatrio forzoso e pone a carico dei Comuni i compiti di accogliere e istruire la persona. Ebbene la Regione prende le mosse dalla circostanza che in Friuli Venezia Giulia il numero di ragazzi minorenni non accompagnati si aggira ormai attorno alle 500 persone, fenomeno tutt'altro che in diminuzione rispetto alla contrazione, che invece risulta consolidata, delle presenze di maggiorenni richiedenti asilo: ciò avviene non certo per un'attenuazione degli arrivi irregolari, quanto piuttosto per la metodica opera di trasferimento in altre aree del Paese per decisione del Ministero dell'Interno. Un altro aspetto decisivo sta nel fatto che la stragrande maggioranza dei ragazzi che chiedono asilo in Friuli Venezia Giulia dichiarandosi minorenni manifesta un'età fra i 16 e i 17 anni, che appare difficile cristallizzare in forma sicura rispetto alla soglia della maggiore età.
LE SQUADRE
Le squadre di professionisti che ora saranno chiamate a questo non facile ruolo di accertamento saranno composte ciascuna da un assistente sociale, un pediatra con competenze auxologiche, un neuropsichiatra infantile o psicologo dell'età evolutiva, un mediatore culturale e un case manager (ruolo che peraltro potrà essere ricoperto da una delle figure già presenti nella squadra). I professionisti componenti l'équipe multidisciplinare devono essere esperti e consapevoli delle specificità relative all'origine geografica e culturale del minore dettaglia la Giunta regionale - opportunamente formati e aggiornati al fine di garantire la minore variabilità possibile del giudizio espresso. La procedura da seguire, che come abbiamo detto è stata concordata con l'autorità giudiziaria, prevede 11 fasi distinte a cominciare dalla richiesta di accertamento dell'età, disposta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni: tale richiesta dovrà pervenire alla Direzione generale dell'Azienda sanitaria competente per mezzo di una mail certificata e corredata da tutte le informazioni utili in possesso dell'ufficio del Pubblico ministero. I componenti dell'équipe prescrive la Regione - procederanno con un approccio multidisciplinare alle valutazioni socio-sanitarie (colloquio congiunto dell'assistente sociale e del neuropsichiatra o psicologo, nonché visita pediatrica auxologica). Tutto ciò dovrà avvenire sempre alla presenza e con l'ausilio di un mediatore culturale e secondo un criterio di invasività progressiva, per rispettare l'età ancora evolutiva della persona.
Maurizio Bait
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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