«Ermal voleva lavorare nell'edilizia e amava cantare»

Mercoledì 24 Luglio 2019
«Ermal voleva lavorare nell'edilizia e amava cantare»
IL RITRATTO
UDINE «Era uno dei ragazzi che cantava di più nella nostra struttura. Lo si sentiva sempre intonare canzoni in albanese. Me ne aveva fatte conoscere diverse». È uno dei ricordi che sono rimasti più impressi a Davide Zuttion, responsabile della comunità alloggio per minori non accompagnati Carpe Diem di Pozzuol (che ospita una decina di ragazzi), dove Ermal era rimasto per un periodo abbastanza lungo assieme al fratello gemello.
IL LEGAME
«Erano arrivati in Italia assieme. Avevano girato diverse strutture di accoglienza, ma solo nella nostra - ricorda Zuttion - si erano ritrovati insieme. Ermal era molto legato al fratello. Lui era più esuberante, il fratello più razionale. Poi, i servizi sociali del Comune di Udine hanno deciso di trasferirli dalla comunità in due strutture diverse».
Quando era al centro di Pozzuolo, il diciottenne morto lunedì pomeriggio dopo essere stato accoltellato ai giardini pubblici di via Derna da un connazionale di 17 anni «aveva imparato l'italiano e poi avevamo avviato dei percorsi di stage formativi, sia in un'azienda agricola di Santa Maria la Longa sia in una ditta edile. Ermal aveva fatto un corso di formazione professionale di pittura e lavori in muratura. Preferiva l'edilizia come settore. Non mi pare che avesse trovato lavoro nel frattempo».
«UN BUON LAVORATORE»
E aveva anche del talento, ricorda Zuttion. «Era un po' vivace e bisognava tenerlo in riga, come tanti ragazzi, ma una volta coinvolto era un buon lavoratore. Si dava da fare». Dell'Albania, così presente nelle note delle canzoni che intonava, in realtà parlava poco. «Parlava molto raramente della sua famiglia». Per il futuro, come moltissimi adolescenti, non si poneva limiti. «Che io sappia - racconta Zuttion - come il fratello voleva restare in Italia. Ma non mi pare che avesse idee concrete su cosa fare una volta arrivato alla maggiore età. Ma per quella che è la mia esperienza, questo è un fattore comune a molti ragazzi di origine kosovara e albanese, che puntano soprattutto a trovare un lavoro e stabilizzarsi». Fra i suoi hobby, il gioco del calcio, «ma molto meno del fratello gemello, che era l'appassionato di calcio per eccellenza. Anche Ermal giocava, ma non in squadra, così, in amicizia». Ora Zuttion spera di potergli dare l'ultimo saluto al funerale. «Ci farebbe piacere partecipare. Gli eravamo molto affezionati: è stato molto tempo da noi. Al centro, in particolare, aveva legato con altri due ragazzi albanesi, che sono stati anche loro trasferiti».
IL DICIASSETTENNE
Anche il diciassettenne albanese accusato di aver ferito a morte Ermal è stato inserito nel percorso di accoglienza per i minori stranieri che arrivano da soli in Italia. Prima di arrivare in una struttura udinese, era stato in un altro centro. Come spiega il direttore di quel polo, «da noi è rimasto solo due giorni. Abbiamo chiesto al Comune che venisse trasferito e lo hanno spostato immediatamente».
Cdm
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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