Concessione A4, la storia infinita

Domenica 8 Dicembre 2019
Concessione A4, la storia infinita
CANTIERI AVANTI
UDINE No, non è ancora finita. Anzi: la vicenda della nuova concessione autostradale per la rete di Autovie venete potrebbe protrarsi per tutto il 2020, se non debordare nel 2021. Ma poco o nulla dovrebbe cambiare per gli utenti al volante, siano privati cittadini o vettori commerciali: i pedaggi non potranno aumentare, mentre dopo il varo del secondo ponte nuovo sul Tagliamento si attende per prima di Pasqua l'apertura dell'intero tratto a tre corsia fra Portogruaro e lo snodo di Palmanova A4-A23. Non solo: una serie di circostanze potrebbero consentire nel breve periodo ad Autovie di proseguire con altri lavori il progetto della terza corsia.
SECONDO LOTTO
E stiamo parlando di quel sospirato secondo lotto fra San Donà e Portogruaro che tutto insieme andrà a costare attorno ai 700 milioni di euro, ma che per intento potrebbe veder impegnata una parte di questi soldi (attorno ai 200 milioni) per realizzare gli espropri e una serie di nuovi cavalcavia, come anche per affrontare le cosiddette interferenze, ossia le contiguità di reti telefoniche, web e gas all'arteria autostradale dell'A4. Tutto questo con fondi e finanziamenti del tutto propri.
LENTEZZE ROMANE
Con la delibera 38 del Cipe, che sancisce la conferma del sistema di calcolo della remunerazione degli investimenti anche dopo la scadenza della vecchia concessione (avvenuta per Autovie il 31 marzo 2017), Autovie si è vista riconoscere non soltanto un tasso attuale pari al 6,92%, ma ancor più una pienezza di praticabilità operativa pur in presenza di una fase di transito verso un nuovo concessionario completamente pubblico, ossia la Spa Autostrade Alto Adriatico partecipata per due terzi dalla Regione Friuli Venezia Giulia e per un terzo dalla Regione Veneto. Ed è proprio il protrarsi delle procedure romane verso la nuova concessione a rendere probabile, per intanto, un rinnovato ruolo propulsivo da parte di Autovie, allo scopo di non fermare i cantieri. Le lentezze sono dovute, attualmente, a una serie di rilievi che la Corte dei conti ha formalizzato sulla delibera 39 del Cipe, quella che approva il protocollo fra Regioni e Governo per la nuova concessione trentennale con il regime in house.
MINISTERO
Il Ministero delle Infrastrutture ha ora provveduto a inoltrare le proprie controdeduzioni, ma ancora il via libera dei magistrati contabili non è arrivato. Quando ciò avverrà, la Newco potrà inoltrare al Ministero il proprio piano economico-finanziario, che tuttavia non può essere perfezionato finché non sarà stato quantificato con esattezza l'indennizzo dovuto dalla Newco medesima, quale subentrante, ad Autovie venete: una cifra che in ogni caso si calcola sulla scorta degli investimenti realizzati e che oggi come oggi si aggira attorno ai 450 milioni di euro. Dovrà seguire a quel punto la firma della convenzione fra Stato, Regioni e Autostrade Alto Adriatico, che postula l'agognato rilascio della nuova concessione. Il subentro ad Autovie dovrà avvenire in base al testo del protocollo approvato dal Cipe entro 120 giorni dalla certificazione di tale convenzione da parte della Corte dei conti, sebbene sulla perentorietà di tale termini sussistano molteplici scuole di pensiero.
AZIONI E CONTROLLO
Ma quando si arriverà a questo punto? Fatti calcoli del tutto prudenziali, non prima dell'autunno 2020. Non solo: sul delicato passaggio di gestione da Autovie alla Newco si innestano, da un lato, i necessari trasferimenti delle azioni di Autovie dalla finanziaria Friulia, che la controlla per conto della Regione Fvg, alla Regione medesima e da questa alla Newco. Dall'altro lato, una volta raggiunta la pienezza del controllo esercitabile dalla Newco su Autovie, destinata a quel punto alla liquidazione propria e dei suoi soci privati, si dovrebbero realizzare le condizioni per un credito fiscale di particolare rilevanza: 45 milioni di euro maturati in una serie di esercizi finanziari di Autovie. Preziosi quattrini pubblici ai quali non è pensabile che la Regione Fvg intenda fare rinuncia.
NUOVI BALZELLI
Sempre sul fronte fiscale, per intanto, l'incremento di 3 punti dell'Ires inserito nella bozza della legge nazionale di bilancio a carico di tutti i titolari di concessioni nel settore trasporti dovrebbe comportare un aggravio a carico di Autovie di circa 1,5 milioni di euro all'anno, con retroattività all'esercizio 2019 che va a compiersi a fine mese. Un bel tributo, non c'è dubbio, ma appena la decima parte di quanto si sarebbe dovuto versare all'erario stimabile in circa 15 milioni di euro all'anno qualora avesse trovato conferma l'intenzione del Governo di ridurre a un solo punto percentuale annuo la deducibilità fiscale degli ammortamenti legati alle opere messe in campo.
Maurizio Bait
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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