A Paularo si sperimenta il test: «Buona adesione»

Martedì 1 Dicembre 2020
A Paularo si sperimenta il test: «Buona adesione»
LE REAZIONI
PAULARO Tutti soddisfatti a Paularo di sperimentare la nuova soluzione made in Friuli che consente di verificare la presenza del covid direttamente da un campione di saliva (e non con l'invasivo tampone classico nasofaringeo). Il metodo di Biofarma che i laboratori dell'Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale stanno per validare, per il prelievo di Rna del covid dalla saliva, è stato infatti testato già ieri su una parte dei residenti del comune montano che si sono sottoposti allo screening con i test antigenici.
LO SCREENING
«I cittadini hanno risposto in modo molto serio all'invito, presentandosi in massa per lo screening - spiegava nel pomeriggio il sindaco di Paularo Daniele Di Gleria -. A mezzogiorno e mezza erano stati fatti 215 prelievi, tutti negativi. Nel pomeriggio c'erano molte macchine ancora in colonna (in serata si raggiungeranno così quasi 500 test ndr). Un grande merito va riconosciuto ai medici di base che sono riusciti a isolare i focolai. Ma complimenti anche allo staff che oggi (ieri ndr) ha fatto i test». Ad una parte dei cittadini, «a campione, è stato chiesto anche se volevano provare anche il test salivare - prosegue il sindaco -. I sanitari ogni tot chiedevano se erano disposti a farlo e tutti hanno detto di sì. C'è stata la massima collaborazione da parte di tutti i cittadini. Siamo soddisfatti. Sembra che stia dando risposte importanti».
IL PROFESSORE
«È stata messa a punto una soluzione che consente di usare la saliva invece del tempone nasofaringeo. La velocità per processare i campioni è uguale dal punto di vista dei tempi della metodica analitica: ci si mette da un'ora a quattro ore. Il vantaggio è che migliora la sensibilità clinica, perché mentre nel tampone nasofaringeo non sempre c'è un numero di cellule e una quantità di materiale sufficiente a trovare quello che stiamo cercando, nella saliva invece ce ne è sempre», spiega il direttore del dipartimento di Medicina di laboratorio dell'AsuFc Francesco Curcio, che rende merito «a chi ci ha lavorato: l'idea di mettere a punto l'operazione è nata da una collaborazione fra la biologa del dipartimento, Michela Bulfoni e Emanuele Nencioni di Biofarma». La difficoltà, piuttosto, per il veicolo salivare è quello della conservazione. «L'innovazione della metodica adottata sta nel fatto che sono riusciti a mettere a punto una soluzione che permette di utilizzare la saliva inattivando il virus. Così si può lavorare senza ambienti protetti. Inoltre, questa soluzione permette di mantenere il campione per 48 ore a temperatura ambiente, è molto facile da trasportare e ha una sensibilità clinica leggermente superiore al nasofaringeo, dal 10 al 15 per cento in più. Inoltre, ha il vantaggio che essendo facile da raccogliere, si può ripetere». A Paularo, oltre ai test antigenici rapidi sulle cosiddette saponette, i sanitari hanno anche raccolto dei campioni di saliva, «qualche centinaio», dice Curcio. «Grazie a questi screening di massa raccoglieremo centinaia di campioni molto rapidamente e potremo validare il sistema mettendolo a disposizione della routine molto presto. Secondo me finiremo in settimana di fare tutte le prove».
Camilla De Mori
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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