Ristoratori, sindaci e alpini: «Addio all'amico Miron»

Giovedì 18 Luglio 2019
NERVESA
Ad accogliere il feretro e ad accompagnarlo in chiesa c'erano gli amici alpini. E con loro la gente di Nervesa e chi è giunto da varie parti della Marca, prima fra tutti la vecchia guardia della ristorazione trevigiana. La chiesa di Nervesa era gremitissima per l'ultimo saluto a Roberto Miron, maestro della ristorazione trevigiana, appassionato ed esperto, persona di una serenità e generosità invidiabile come ha sottolineato più di qualcuno. Tutti si sono stretti al dolore dei figli Enrica, Andrea e Carlo e della sorella Lilli.
IL DOLORE
Roberto Miron avrebbe compito 81 anni il 7 agosto, ma il male se lo è portato via in fretta come aveva fatto nel 2009 con la sua amata moglie Maria Angela. «Era innamorato della vita e della sua Mery, un affetto che li ha portati ad espletare assieme il lavoro - ha sottolineato nell'omelia don Mauro che ha concelebrato con il parroco don Mario - Una persona ammirevole nella compostezza, negli atteggiamenti, apprezzato per il suo lavoro come è stato sottolineato da tutti in questi giorni. E la presenza numerosa in questa chiesa ne è la dimostrazione, come non va dimenticato quello che ha fatto per la comunità. Ora, come dicono gli alpini, è andato avanti». Stimato ed apprezzato per la sua bravura e semplicità, per aver saputo dare dignità alla cucina montelliana, che ha sempre visto in lui un precursore, e quella trevigiana. Un maestro, tanto da essere stato proclamato, nel 1975 a Milano, il re dei funghi, una cucina che poi fu premiata con la stella Michelin. E 43 anni addietro fu trainante nel dare vita a CocoFungo, la prima rassegna gastronomica a tema in Italia.
IL RICORDO
I colleghi di allora, ma anche quelli di oggi del gruppo, gli hanno reso omaggio e doveroso rispetto riconoscendo la sua bravura e umiltà. Tra la gente e i vecchi clienti, non è mancata la presenza del sindaco Fabio Vettori con la giunta, di quello di Montebelluna, Marzio Favero, dei rappresentati di Ascom Confcommnercio. «Un pioniere della ristorazione trevigiana», ha sottolineato il presidente Federico Capraro, come ha tra l'altro ricordato Roberto De Lorenzi dell'Ascom montebellunese. «Quello che ha fatto per la ristorazione del territorio sono i fatti a dirlo come l'amore per la moglie, un'abbinata vincente e dopo la morte della Mery, Roberto non era più lui», ha ricordato Edy Furlan della Panoramica di Nervesa. «Roberto è stato un maestro, emblema di quei piatti di cui dobbiamo andare fieri, come della sua semplicità», ha aggiunto Arturo Filippini del ristorante Alfredo di Treviso.
Michele Miriade
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