«Molinetto, una ferita ancora aperta»

Martedì 3 Agosto 2021
«Molinetto, una ferita ancora aperta»
REFRONTOLO
C'è un prima. E c'è un dopo. Una tragedia spartiacque, una memoria ancora viva nelle menti e nei cuori di chi quella notte c'era, di chi da quel giorno non ha più riabbracciato un proprio caro, di chi da allora vive con una spada di Damocle per una causa civile tutt'ora aperta. Sono trascorsi sette anni dalla notte del 2 agosto 2014, la notte della tragedia del Molinetto della Croda. Nessuna cerimonia di commemorazione ufficiale ieri, ma in tanti si sono stretti idealmente ai famigliari di Luciano Stella, Maurizio Lot, Giannino Breda e Fabrizio Bortolin. «Quella tragedia ha lasciato un segno indelebile per tutta la nostra comunità sottolinea 7 anni dopo il presidente del Veneto Luca Zaia - Il 2 agosto, prima di quell'evento, era la festa dei omeni. Con la tragedia la data è diventata uno spartiacque ed è difficile parlarne ora senza prima di tutto ricordare ciò che accadde quella sera». Quel 2 agosto in un'area nei pressi del Molinetto della Croda, dove la Pro loco di Refrontolo aveva allestito una tensostruttura, venne ospitata la festa dei omi organizzata da un gruppo di amici, capitanati da Maurizio Bernardi, che aveva radunato numerosi uomini della zona per una serata di festa.
LA FURIA DELL'ACQUA
Una vera e propria bomba d'acqua, poco a monte, ha trasformato quel momento di festa in una tragedia. La furia dell'acqua del torrente Lierza in pochi minuti spazzò via il tendone e chi c'era al suo interno. E poi alberi, auto e quanto trovava sul suo cammino, seminando morte e dolore. «Io arrivai lì nelle ore successive -ricorda il presidente Zaia- Mi chiamò il responsabile del Suem 118 Paolo Rosi, dicendo che c'era stata una tragedia. Era buio e c'era stata un'esondazione, causata peraltro da una vera e propria bomba d'acqua: io ero lì, a 4 chilometri di distanza, sempre in collina, ma non piovve mai. Quando arrivai lì al mattino vidi la devastazione: il torrente Lierza aveva esondato ovunque, aveva portato con sé quattro morti, feriti, auto trascinate anche per uno o due chilometri». Ricordi che sono ancora vivi in chi quella notte si trovava alla festa e in chi prestò soccorso in quelle drammatiche ore.
LA VICINANZA
«Il pensiero -aggiunge Zaia- non può che andare alle persone che hanno perso la vita e alle loro famiglie. È una tragedia che ci segna profondamente. L'area colpita dall'esondazione era l'area storica dove si faceva la sagra di Refrontolo: da allora la sagra non si fa più ed è diventata un parco in memoria delle vittime». Ieri pomeriggio, su quel parco meta silenziosa di alcune persone che ricordano ancora gli amici Maurizio, Fabrizio, Giannino e Luciano che non ci sono più, anche il cielo ha pianto: una pioggia battente è scesa nel pomeriggio, riportando la memoria a sette anni fa. La comunità di Refrontolo domenica, presente anche il sindaco Mauro Canal, ha ricordato i morti della tragedia del Molinetto della Croda con una messa. Altre celebrazioni si sono svolte nelle varie parrocchie di appartenenza delle vittime. «Rimane il dispiacere per chi ci ha lasciato -afferma il sindaco Canal- e questo ce lo porteremo dentro sempre. Siamo moralmente vicini alle famiglie. E siamo altrettanto vicini alle persone che stanno ancora subendo le conseguenze di quella tragedia, cioè chi è chiamato a rispondere civilmente. Ci sono dunque dei vivi che stanno ancora soffrendo. Ogni volta che ci sono delle udienze, la prossima sarà in autunno, queste persone soffrono». La causa civile è stata mossa dagli eredi di una delle vittime, Luciano Stella, che hanno chiesto al Comune, alla Pro loco e ai cinque membri dell'allora consiglio direttivo (due nel frattempo sono morti e quindi la causa è stata ereditata dagli eredi), un risarcimento di 2 milioni e mezzo di euro. «Questa è una ferita aperta da 7 anni. Delle persone -afferma Canal- rischiano, come minimo, di perdere la loro casa. Sono convinto che alla fine prevarrà il buonsenso, così come è avvenuto nel processo penale quando tutti gli indagati sono stati assolti con formula piena». Quanto alla notte del 2 agosto 2014, il sindaco ribadisce: «Quello è stato un evento eccezionale. Quell'episodio ha sorpreso tutti. Sfido chiunque, prima dell'evento, ad affermare che sarebbe potuto accadere qualcosa di simile». Dopo la tragedia, il Comune ha implementato i sistemi di monitoraggio del corso d'acqua con allarmi in caso di piena, chiusura del sito in caso di allerta meteo e ha reso inidoneo alle feste quello spazio.
Claudia Borsoi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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