L'assistente: «Non ho la febbre, ma ho l'anima distrutta»

Giovedì 27 Febbraio 2020
L'assistente: «Non ho la febbre, ma ho l'anima distrutta»
IN VIA PIAVE
PAESE È stata accanto a Luciana Mangiò fino all'ultimo respiro, poi è stata costretta a chiudersi in casa, in isolamento, in attesa degli esiti del tampone sul Coronavirus, arrivati nel tardo pomeriggio di ieri: è risultata positiva al Covid19 così come un vicino di casa. Entrambi stanno bene e sono asintomatici. «Ho l'animo distrutto» spiega al telefono con marcato accento dell'Est Europa la badante della 76enne deceduta martedì pomeriggio all'ospedale Ca' Foncello. Era lei che si occupava notte e giorno della pensionata, dandosi il cambio con una connazionale giusto qualche pomeriggio a settimana. «Sono molto preoccupata, non lo nascondo - afferma la donna alla quale è stato detto di non aprire a nessuno la porta di casa -, ma per ora sto bene, non ho la febbre».
Sia la badante che un vicino di casa sono risultati positivi al Coronavirus: stanno bene e, per ora, rimarranno in isolamento a casa. Negativi invece gli esiti sui tamponi della connazionale che saltuariamente assisteva la 76enne e dell'altro contatto stretto, che risiede nello stesso condominio. Resta ancora da chiarire se il contagio sia avvenuto in ospedale, dove Luciana Mangiò era ricoverata da ormai tre settimane, o sia arrivato dall'esterno. Di sicuro tutte e quattro le persone, per il momento, rimarranno in isolamento. «I contatti con i vicini sono praticamente nulli - spiega un vicino che abita nella stessa palazzina dove risiedeva la 76enne - Non ci si incrociava quasi mai, ma certo che un po' di preoccupazione, visto quello che sta emergendo, c'è eccome».
A Paese ieri mattina la situazione era piuttosto tranquilla, anche se di certo le attività ne hanno risentito visto che in molti hanno evitato di fermarsi ai bar o di entrare nei negozi. «La signora Mangiò non usciva mai di casa - spiega un'altra vicina - anche perché aveva subito un infortunio, ed era praticamente immobile. È di certo più probabile che il contagio sia avvenuto in ospedale, dov'era ricoverata da inizio mese, che a casa, dove non incontrava praticamente nessuno, eccezion fatta per le badanti e i due vicini». Appunto.
Luciana Mangiò era stata ricoverata il 7 febbraio per un grave scompenso cardiaco. Non aveva alcun sintomo influenzale. Malata di Alzheimer e affetta da obesità, era stata accompagnata in Pronto Soccorso e quindi trasferita in Geriatria, dov'era rimasta fino a martedì scorso, quand'è stata trasferita in Rianimazione. In mattinata, salita la febbre, era stata sottoposta al tampone, risultato poi positivo, del Covid19. Poi il decesso, nell'ambito di un quadro clinico già molto grave, alle ore 18.10. (a.belt)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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