Il giudice affida la figlia al padre, la mamma la sequestra

Martedì 17 Luglio 2018
IL CASO
TREVISO Il Tribunale ha stabilito che quella bambina deve vivere con il padre, in provincia di Treviso, ma la madre non si rassegna, e continua a trattenerla con sé, in Sardegna, dove si è trasferita dal 2016, dopo la separazione dal compagno.
Si trascina da circa due anni, tra ricorsi, opposizioni e querele, lo scontro tra due genitori per contendersi la figlia, nata nel 2009, e che dunque non ha ancora compiuto dieci anni. Caso reso noto dai legali dell'uomo, gli avvocati Elisa Silvestrini e Marco Molin, i quali non sanno più cosa fare per ottenere l'esecuzione delle decisioni dei giudici.
Il primo provvedimento del Tribunale risale al novembre del 2016: decidendo nella causa promossa dalla madre, i giudici decisero per un affidamento condiviso, ma con collocazione prevalente della minore presso il padre, a Treviso, dove ha sempre vissuto, frequentando scuola e attività sportive, e dove risulta aver allacciato forti legami con la famiglia paterna. Provvedimento confermato dalla Corte d'Appello di Venezia nel giugno del 2017, anche sulla base degli accertamenti svolti dai servizi sociali. A conclusione dell'estate del 2017 era previsto che la bambina dovesse rientrare dal padre, nel Trevigiano, ma invece resta in Sardegna, dove inizia a frequentare la scuola. Il padre presenta la prima querela, alla quale ne seguono altre, con cui lamenta la sottrazione di minore, nonché l'impossibilità di poter incontrare la figlia e l'impossibilità di consegnare alla piccola perfino il regalo di Natale. In precedenza la donna aveva denunciato l'ex compagno per violenza ai danni della figlia: il fascicolo è ancora pendente.
RITORNO NEGATO
Nel frattempo il Tribunale respinge l'istanza con cui la madre chiede di poter iscrivere la piccola a scuola in Sardegna, disponendo per lei l'immediata frequenza scolastica nel Trevigiano, e nomina uno psicologo al quale chiede di relazionare sul caso. Ma la bambina resta con la madre, in Sardegna, e il consulente tecnico nominato dal giudice non viene messo nelle condizioni di effettuare la richiesta perizia: la donna, infatti, non lo incontra. Circostanza di cui il Tribunale ha valutato la gravità nel successivo provvedimento, emesso nella primavera del 2018, con cui i giudici hanno disposto l'affido super esclusivo a favore del padre (con possibilità di visita per la madre, ogni qualvolta lo vorrà) a partire dalla fine dell'anno scolastico, in modo che la bambina possa iniziare a frequentare le scuole nel Trevigiano. Nel frattempo la piccola è stata affidata ai servizi sociali sardi, con collocazione a casa della madre e possibilità per il padre di farle visita e di restare con lei. Ma da allora l'uomo non è mai riuscito a vedere piccola.
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