IL CASO
TREVISO Il Tribunale ha stabilito che quella bambina deve vivere con il padre, in provincia di Treviso, ma la madre non si rassegna, e continua a trattenerla con sé, in Sardegna, dove si è trasferita dal 2016, dopo la separazione dal compagno.
Si trascina da circa due anni, tra ricorsi, opposizioni e querele, lo scontro tra due genitori per contendersi la figlia, nata nel 2009, e che dunque non ha ancora compiuto dieci anni. Caso reso noto dai legali dell'uomo, gli avvocati Elisa Silvestrini e Marco Molin, i quali non sanno più cosa fare per ottenere l'esecuzione delle decisioni dei giudici.
Il primo provvedimento del Tribunale risale al novembre del 2016: decidendo nella causa promossa dalla madre, i giudici decisero per un affidamento condiviso, ma con collocazione prevalente della minore presso il padre, a Treviso, dove ha sempre vissuto, frequentando scuola e attività sportive, e dove risulta aver allacciato forti legami con la famiglia paterna. Provvedimento confermato dalla Corte d'Appello di Venezia nel giugno del 2017, anche sulla base degli accertamenti svolti dai servizi sociali. A conclusione dell'estate del 2017 era previsto che la bambina dovesse rientrare dal padre, nel Trevigiano, ma invece resta in Sardegna, dove inizia a frequentare la scuola. Il padre presenta la prima querela, alla quale ne seguono altre, con cui lamenta la sottrazione di minore, nonché l'impossibilità di poter incontrare la figlia e l'impossibilità di consegnare alla piccola perfino il regalo di Natale. In precedenza la donna aveva denunciato l'ex compagno per violenza ai danni della figlia: il fascicolo è ancora pendente.
RITORNO NEGATO
Nel frattempo il Tribunale respinge l'istanza con cui la madre chiede di poter iscrivere la piccola a scuola in Sardegna, disponendo per lei l'immediata frequenza scolastica nel Trevigiano, e nomina uno psicologo al quale chiede di relazionare sul caso. Ma la bambina resta con la madre, in Sardegna, e il consulente tecnico nominato dal giudice non viene messo nelle condizioni di effettuare la richiesta perizia: la donna, infatti, non lo incontra. Circostanza di cui il Tribunale ha valutato la gravità nel successivo provvedimento, emesso nella primavera del 2018, con cui i giudici hanno disposto l'affido super esclusivo a favore del padre (con possibilità di visita per la madre, ogni qualvolta lo vorrà) a partire dalla fine dell'anno scolastico, in modo che la bambina possa iniziare a frequentare le scuole nel Trevigiano. Nel frattempo la piccola è stata affidata ai servizi sociali sardi, con collocazione a casa della madre e possibilità per il padre di farle visita e di restare con lei. Ma da allora l'uomo non è mai riuscito a vedere piccola.
© RIPRODUZIONE RISERVATA TREVISO Il Tribunale ha stabilito che quella bambina deve vivere con il padre, in provincia di Treviso, ma la madre non si rassegna, e continua a trattenerla con sé, in Sardegna, dove si è trasferita dal 2016, dopo la separazione dal compagno.
Si trascina da circa due anni, tra ricorsi, opposizioni e querele, lo scontro tra due genitori per contendersi la figlia, nata nel 2009, e che dunque non ha ancora compiuto dieci anni. Caso reso noto dai legali dell'uomo, gli avvocati Elisa Silvestrini e Marco Molin, i quali non sanno più cosa fare per ottenere l'esecuzione delle decisioni dei giudici.
Il primo provvedimento del Tribunale risale al novembre del 2016: decidendo nella causa promossa dalla madre, i giudici decisero per un affidamento condiviso, ma con collocazione prevalente della minore presso il padre, a Treviso, dove ha sempre vissuto, frequentando scuola e attività sportive, e dove risulta aver allacciato forti legami con la famiglia paterna. Provvedimento confermato dalla Corte d'Appello di Venezia nel giugno del 2017, anche sulla base degli accertamenti svolti dai servizi sociali. A conclusione dell'estate del 2017 era previsto che la bambina dovesse rientrare dal padre, nel Trevigiano, ma invece resta in Sardegna, dove inizia a frequentare la scuola. Il padre presenta la prima querela, alla quale ne seguono altre, con cui lamenta la sottrazione di minore, nonché l'impossibilità di poter incontrare la figlia e l'impossibilità di consegnare alla piccola perfino il regalo di Natale. In precedenza la donna aveva denunciato l'ex compagno per violenza ai danni della figlia: il fascicolo è ancora pendente.
RITORNO NEGATO
Nel frattempo il Tribunale respinge l'istanza con cui la madre chiede di poter iscrivere la piccola a scuola in Sardegna, disponendo per lei l'immediata frequenza scolastica nel Trevigiano, e nomina uno psicologo al quale chiede di relazionare sul caso. Ma la bambina resta con la madre, in Sardegna, e il consulente tecnico nominato dal giudice non viene messo nelle condizioni di effettuare la richiesta perizia: la donna, infatti, non lo incontra. Circostanza di cui il Tribunale ha valutato la gravità nel successivo provvedimento, emesso nella primavera del 2018, con cui i giudici hanno disposto l'affido super esclusivo a favore del padre (con possibilità di visita per la madre, ogni qualvolta lo vorrà) a partire dalla fine dell'anno scolastico, in modo che la bambina possa iniziare a frequentare le scuole nel Trevigiano. Nel frattempo la piccola è stata affidata ai servizi sociali sardi, con collocazione a casa della madre e possibilità per il padre di farle visita e di restare con lei. Ma da allora l'uomo non è mai riuscito a vedere piccola.