Rifugiato solo un profugo ogni tre

Mercoledì 4 Gennaio 2017
Rifugiato solo un profugo ogni tre
Una stretta sui clandestini. Questo l'indirizzo politico dettato dal nuovo ministro dell'Interno Marco Minniti, già sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega ai Servizi segreti nei Governi Letta e Renzi, che ha annunciato più severità nelle espulsioni e il progetto di aprire nuovi Cie (i Centri di identificazione ed espulsione), in modo che ve ne sia uno in ogni regione. A ribadire il giro di vite, la circolare del 30 dicembre del capo della Polizia e direttore generale della pubblica sicurezza Franco Gabrielli nella quale si sollecita il «massimo impulso all'attività di rintraccio dei cittadini stranieri in posizione irregolare attraverso una specifica attività di controllo delle diverse forze di polizia».
Di stime attendibili sul numero degli irregolari in Italia non ve ne sono. Una fetta non indifferente, che si somma a quanti arrivano di nascosto, è rappresentata anche dai richiedenti asilo ai quali viene respinta la domanda. Dal Polesine, dal marzo del 2015, quando a Padova è stata messa in piedi una speciale commissione per il riconoscimento della Protezione internazionale che vaglia tutte le richieste, fino allo scorso settembre, sono partite circa 550 domande rispetto alle circa 3mila totali, comprendenti anche le 1.800 di Padova e le 650 della provincia di Venezia. Statisticamente due terzi dei migranti non hanno i requisiti per essere accolti.
«Secondo i dati, mi risulta che siano considerati profughi solo il 5-10% di loro», ha detto recentemente il sindaco di Rovigo Massimo Bergamin. Lo scorso 19 dicembre il presidente della Regione Luca Zaia faceva notare come «gli ultimi dati disponibili dicono che in Veneto sono arrivati 28mila immigrati, dei quali 12 mila attualmente ospitati in strutture e 16 mila scomparsi nel nulla, divenuti fantasmi senza nome, senza arte né parte, senza presente e senza futuro. Un problema, per loro e per i territori, ma anche un pericolo, perché la lista dei coinvolti in attività criminose, a cominciare dallo spaccio, si allunga di giorno in giorno».
Assieme a questa considerazione era arrivato poi un invito al ministro Minniti a fare «qualcosa di concreto, perché la situazione peggiora di ora in ora». Un appello che non sembra caduto nel vuoto. Anche se, per passare dalle parole ai fatti, servirà altro tempo. I clandestini che vengono fermati continuano a essere espulsi con un semplice ordine del Questore, al quale dovrebbero dare essi stessi esecuzione. Gli accompagnamenti coattivi restano un numero ancora marginale. Nel complesso, in Provincia di Rovigo, da maggio 2015 ad aprile 2016 il numero delle espulsioni di extracomunitari è stato di 70, a fronte dei 6.509 permessi di soggiorno rilasciati. Difficile stimare la quota di clandestini che possano essere presenti. Prossimamente la Prefettura convocherà il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica che, come ha esplicitamente sottolineato Gabrielli è la sede in cui le nuove direttive dovranno essere declinate in chiave locale e «potranno essere attivati piani straordinari di controllo del territorio volti non solo al contrasto dell'immigrazione irregolare, ma anche allo sfruttamento della manodopera e alle varie forme di criminalità che attingono dal circuito della clandestinità».
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