Renzi: governo cialtrone E lancia i comitati civici

Lunedì 22 Ottobre 2018
LA STRATEGIA
ROMA Il tema se uscire o no dal Pd per ora non si pone, ma il partito del Nazareno non basta, non risponde più alle esigenze della società, percorre una strada che al momento porta a un vicolo cieco. Ecco perché questo lo schema di Renzi occorre costruire un nuovo movimento che guardi al futuro.
L'ex presidente del Consiglio ha concluso la sua nona Leopolda la più partecipata di sempre, dicono gli organizzatori, con oltre 35mila presenze lanciando i comitati civici per la resistenza contro i giallo-verdi. Lo ha fatto marcando una distanza netta dal vecchio modello dei democratici e lasciando presagire di essere pronto ad ogni evenienza. Ovvero ad andare oltre, per un progetto che non ha alcuna scadenza elettorale. Non quella delle Europee e neanche quella del congresso dem per il quale Renzi sembra quasi mostrare indifferenza quando dal palco ha detto «abbiamo partecipato per due volte e per due volte abbiamo vinto con il 70% e per due volte ci hanno fatto bersaglio di fuoco amico». Certo, l'intenzione è dare a «chi vincerà la collaborazione che noi non abbiamo ricevuto», ma l'ex premier non si spenderà più di tanto per battere Zingaretti e gli altri che correranno per la segreteria. Insomma, bene la candidatura di Minniti ma non gli tirerà la volata.
L'ex ministro dell'Interno in accordo proprio con il senatore di Scandicci non sarà il candidato della Leopolda. E non è un caso che Renzi si sia fatto precedere sul palco dalla fedelissima Bellanova che ha infiammato la platea osservando che «nel Pd c'è troppo testosterone». L'ex segretario dem ha poi voluto togliersi qualche sassolino dalle scarpe tirando in ballo quei compagni di viaggio che «non hanno avuto niente da dire sul mio carattere fintanto che grazie a quel carattere stavano a fare i ministri: quando è finito tutto, si sono accorti del problema». Un riferimento, neanche tanto velato, a Gentiloni, Martina e Franceschini. Altro che chiedere scusa o fare un passo indietro, come gli chiedono gli avversari interni. «Con la personalizzazione della leadership ha rimarcato Renzi - abbiamo vinto e perso, ma abbiamo sempre preso il 40%. Con la spersonalizzazione il 18%». Ed ancora: «L'ondata populista demagogica di destra non nasce dal carattere di uno di Rignano. Con quale titolarità parlo? Con quella di chi ha rinunciato alle poltrone per affermare un ideale, la titolarità del popolo della Leopolda».
E' la rivendicazione di aver fermato, prima che nascesse la maggioranza giallo-verde, «il disegno di chi ci spingeva a romanizzare i barbari', per trasformarci in piccoli alleati saggi del M5S». Un disegno che a suo dire «ci avrebbe fatto perdere l'anima per le poltrone». E' la rivendicazione di aver scelto la strada dell'opposizione contro «chi vive di odio e ci ha buttato quintali di fango».
MANGANELLO WEB
Ma si dice sicuro Renzi «in tempi di manganello web sarà quest'odio a portare poi i giacobini sul patibolo». Nel mirino ci sono Salvini («non ci parlo da mesi»), Grillo («ha fondato una carriera sull'essere pagato in nero»), Di Maio («sul quarto condono in pochi anni a Ischia c'è la sua manona»), Foa («eurodeputati Pd pagati da Soros? E' un bugiardo, una fake news che cammina»). Al governo Renzi dice di fermarsi perché «state sfasciando i conti pubblici, i mercati non sono degli gnomi brutti che hanno la testa a tre punte. State mandando l'Italia contro un muro». Al popolo della Leopolda, invece, dice «parlate alla gente e se trovate qualcuno a cui sta antipatico Renzi, tanto meglio, vale doppio». I comitati civici «non sono una corrente», sottolinea, ma «qualcosa di più ambizioso» per accogliere tutti coloro, anche al di fuori del Pd, che «non vogliono un futuro di mediocrità basato sui like di Facebook». Un appello ai moderati che non si rivolge ai partiti, tantomeno a FI. Ma a chi «non vuole lasciare l'Italia ai cialtroni, ai bugiardi, a quelli che la vogliono distruggere». Gli anti-renziani del Pd gli danno del populista? «Dove andremo noi non ci sarà bisogno nemmeno di strade», risponde Renzi citando il Doc' di Ritorno al Futuro'.
Emilio Pucci
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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