«Noi siamo carcerati in casa nostra» Longarone deve decidere sulla bretella

Lunedì 10 Agosto 2020
«Noi siamo carcerati in casa nostra» Longarone deve decidere sulla bretella
L'INCONTRO
LONGARONE La data non c'è ancora ma con ogni probabilità entro il mese di settembre sarà definito il tracciato della circonvallazione di Longarone. Una bretella a cinque cerchi visto che è inclusa nel piano del Governo per la viabilità per Cortina 2026. Come insegna l'esperienza dei Mondiali 2021 (le quattro varianti che erano previste per l'appuntamento iridato saranno pronte non prima del 2024) bisogna però muoversi in fretta. Il rischio di mancare l'obiettivo è altissimo. Per questa ragione terminato il mese di agosto tecnici e politici si metteranno al lavoro per studiare la soluzione. I soldi non sono un problema: a disposizione ci sono 400milioni di euro per quella di Longarone e quella di Cortina. In ballo ci sono però tre tracciati sui quali il territorio avrà diritto di esprimere il proprio parere.
IL PROLUNGAMENTO
Definitivamente sfumata, quantomeno per i Giochi 2026, l'ipotesi di prolungamento dell'A27. Un'infrastruttura che una parte del territorio continua comunque a ritenere indispensabile per lo sviluppo dell'economia locale ma anche per il benessere dei residenti «carcerati in casa nostra»: «Sono anni che in estate e in inverno la statale 51 va in blocco nei fine settimana - mette nero su bianco Vivaio Dolomiti - ma non c'è solo il problema turistico: anche durante la settimana chi si muove per lavoro trova una strada sotto dimensionata al traffico attuale e tutto questo porta a sorpassi azzardati che mettono a rischio l'incolumità dei viandanti. Allora ci arrabbiamo per i camion stranieri, inneggiando a improbabili trenini che, pur simpatici, non risolverebbero il problema. Guai a parlare della soluzione più ovvia: una strada a scorrimento veloce fino al confine, che porterebbe opere compensative sulla viabilità intervalliva».
IL PIANO B
«La vecchia 51 rimarrebbe per i residenti e i turisti che potrebbero utilizzarla come si fa con le strade costiere nel resto del paese, quando non si ha fretta di raggiungere una destinazione. Le giustificazioni usate da una minoranza esigua di contrari ormai non stanno più in piedi. Vivere e lavorare sopra Ponte nelle Alpi è diventato un grosso problema di mobilità, oltre a tutte le altre difficoltà che comporta abitare in montagna. Lanciamo un appello ai nostri illuminati politici, che come gli struzzi nascondono la testa sotto la sabbia. Basta carcerati in casa nostra. Al Veneto manca una strada Longarone-confine Austriaco e non è più tempo per chiacchierare: bisogna agire».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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