No vax in casa di riposo, il tribunale decide giovedì

Sabato 1 Maggio 2021
No vax in casa di riposo, il tribunale decide giovedì
IN TRIBUNALE
BELLUNO Hanno voluto fare reclamo, tramite il loro avvocato, e ora torneranno in aula. I 7 oss contrari al vaccino proveranno a far valere le loro ragioni giovedì, in Tribunale a Belluno, davanti a un giudice in composizione collegiale. All'inizio erano in 10 (8 dipendenti di Gaggia Lante-Sersa e 2 di Sedico Servizi), poi qualcuno ha cambiato idea e si è vaccinato. Quello che avevano proposto era un ricorso ex articolo 700 del Codice di Procedura Civile. Una sorta di tutela cautelare per paura di esser sospesi o lasciati a casa dall'azienda a causa del loro rifiuto al vaccino. Il 19 marzo il giudice Travia l'ha rigettato. Così è stato presentato un reclamo. L'esito appare per certi versi prevedibile. Dopo la pubblicazione del decreto aprile, secondo cui il personale sanitario ha l'obbligo di vaccinarsi (tranne nei casi di patologie gravi), ogni discussione contraria rischia di sciogliersi come neve al sole.
A CASA SENZA PAGA
Intanto gli oss sono stati sospesi e non percepiscono lo stipendio. Rimarranno così fino al 31 dicembre o fino al momento in cui decideranno di vaccinarsi. La linea dura è stata adottata anche dall'Ulss Dolomiti. Qualche medico e infermiere ha già ricevuto la lettera che lo invita a spiegare all'azienda sanitaria il motivo per cui non si è vaccinato. Ma la riceveranno tutti. Nei cinque giorni successivi all'arrivo della comunicazione dovranno rispondere all'Ulss tramite il medico di base e programmare la vaccinazione. Altrimenti scatta la sospensione dal servizio e dall'albo. E mentre alcuni, a distanza di 4 mesi dall'inizio della campagna vaccinale, sono ancora indecisi, altri pensano già alla terza dose. Per il governo, infatti, la validità del vaccino è di sei mesi. Che dire al personale sanitario che si è vaccinato per primo a fine dicembre? Da qui è nata l'ipotesi della terza dose. Anche se questo ragionamento, ne farà nascere un altro riguardo alle priorità. I vaccini che potrebbero essere utilizzati per la terza dose verrebbero in questo modo tolti a coloro che non ne hanno nemmeno una e che stanno ancora aspettando il loro turno. «Sarà fondamentale guardare alla situazione epidemiologica chiarisce il presidente dell'Ordine degli infermieri Luigi Pais dei Mori C'è un altro punto da tener presente. Ora abbiamo 4 vaccini ma sta arrivando il tedesco Curevac, l'italiano Reithera e forse il russo Sputnik. Cioè aggiungeremo frecce al nostro arco e si riuscirà a fare tutto». In ogni caso il covid-19 ha stravolto la vita di tutti ed è destinato a rimanere come il virus dell'influenza. Ma cos'è accaduto nell'ultimo anno? Belluno è stata la provincia italiana con la più alta incidenza di nuovi positivi ogni 100mila abitanti. E con il più alto tasso di mortalità. «Quando fai un bilancio cerchi sempre di capire se hai sbagliato qualcosa continua Pais dei Mori Cosa abbiamo imparato? Intanto ci rimane la consapevolezza di avere un servizio sanitario solido e dei professionisti validi. Però è da rivedere completamente il sistema territoriale fatto sulla residenzialità e la domiciliarità».
SANITÀ TERRITORIALE
In altre parole non solo gestire gli anziani o chiunque ne abbia bisogno a casa, ma poterli curare. Questo per il presidente dell'Opi è l'insegnamento più forte nato da un anno di covid: «Domani la sanità diventerà soprattutto territoriale e si baserà sulla capacità di gestire la salute fuori dagli ospedali. Gli anziani che sono morti erano quasi tutti persone fragili che dovevano essere gestite per la loro poli-patologia». Di certo, l'orografia della provincia di Belluno non aiuta. «Il futuro è la cronicità conclude Pais dei Mori La capacità di gestire problemi a lungo termine fuori dall'ospedale».
Davide Piol
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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