No-vax, assedio all'Angelo: «No alla dittatura sanitaria»

Sabato 22 Maggio 2021
No-vax, assedio all'Angelo: «No alla dittatura sanitaria»
LA PROTESTA
VENEZIA Non vogliono vaccinarsi e lo dicono apertamente, ma non accettano di essere chiamati no-vax. «Se ci fosse un vaccino sicuro, lo faremmo. Questo che c'è, è un farmaco sperimentale di cui non si sa granché. Anzi, si sa che non impedisce la trasmissione del virus, cosa che invece un vaccino dovrebbe fare». In circa 150, ieri mattina, sono andati a manifestare all'entrata dell'ospedale dell'Angelo contro l'obbligo vaccinale anti-Covid imposto per i sanitari dal decreto legge del governo dello scorso aprile che, per chi si rifiuta, prevede una serie di sanzioni che vanno dal demansionamento alla sospensione del posto e quindi anche dello stipendio.
«UN RICATTO»
«I lavoratori hanno ricevuto la lettera con l'intimazione, è un ricatto vergognoso e inaccettabile ha accusato Alessandro Busetto, responsabile sanità del Cub di Venezia, che ha promosso il sit-in Chiediamo che il provvedimento sia rivisto, per noi deve valere il principio della libertà di scelta. Perché per i sanitari è stato messo quest'obbligo, mentre non vale per le forze dell'ordine e per gli addetti del commercio, categorie comunque molto esposte e già a rischio col lockdown generale dello scorso anno»? Tra i manifestanti, che indossavano la mascherina e tenevano in mano dei cartelloni, c'erano infermieri, operatori socio sanitari, tecnici di laboratorio, incaricati delle pulizie, molti provenienti anche da altre province. «Diciamo no alla dittatura sanitaria hanno affermato alcuni di loro Abbiamo paura per noi e i nostri figli, non ce la sentiamo di sottoporci a un vaccino ancora in fase sperimentale, di cui non si sa molto e che magari a lungo andare potrebbe provocare problemi gravi come un tumore, infertilità, malattie autoimmuni. Quali sono i suoi effetti? Non ci stiamo a fare da cavie». C'è chi è pronto a pagarsi un avvocato pur di non vaccinarsi. «Demansionamento? Stiamo a vedere come i servizi possono funzionare senza il nostro apporto. Noi siamo sempre stati responsabili adoperando tutti i dispositivi di protezione prescritti e osservando le necessarie cautele, ma ora non ci può essere chiesto di ricevere un vaccino di cui non si conoscono gli effetti, messo in distribuzione in fretta e in furia, a cui sarebbe correlata anche qualche morte sospetta, come si è sentito».
LA PRIVATIZZAZIONE
La manifestazione, che inizialmente avrebbe dovuto tenersi anche nei pressi della direzione generale dell'Ulss 3 Serenissima in via Don Tosatto, salvo il divieto imposto dalle forze dell'ordine, è servita ai leader sindacali anche per esprimere altre considerazioni. «Siamo di fronte a una sempre più marcata, progressiva privatizzazione della sanità ha sostenuto Busetto, nel settembre dell'anno scorso candidato sindaco per il Partito comunista dei lavoratori La pandemia ha evidenziato che servono politiche di rilancio del sistema pubblico mentre, invece, al governo si stanno mangiando tutte le promesse, con continui tagli per cui a rimetterci sarà soprattutto chi fa più fatica a curarsi».
Alvise Sperandio
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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