LA SITUAZIONE
TARVISIO Fino a domenica scorsa il Tarvisiano poteva contare su

Lunedì 26 Ottobre 2020
LA SITUAZIONE
TARVISIO Fino a domenica scorsa il Tarvisiano poteva contare su un buon numero di richieste di informazioni e di prenotazioni in vista della prossima stagione invernale. Un trend in linea con lo stesso periodo dello scorso anno e che quindi faceva ben sperare gli albergatori. Ora, dopo il nuovo Dpcm e l'aumento dei casi di positività, le cose stanno cambiando con i turisti, italiani e stranieri, che restano alla finestra. È quanto emerge dalla voce di alcuni titolari degli hotel del capoluogo della Valcanale.
«Causa Covid c'è stato un calo di persone, ma prima dell'ultimo decreto - racconta Donato Amoroso dell'Hotel Trieste - avevamo buone richieste sia da parte degli italiani che devono ancora spendere il bonus vacanza sia, in particolar modo nel periodo tra febbraio e marzo, da turisti provenienti da Inghilterra e Repubblica Ceca». Si tratta dei gruppi che da anni sono ospitati nel tarvisiano e che, nonostante il momento, avevano comunque deciso di dare fiducia alla zona opzionando il loro classico periodo.
Una situazione simile a quella che si registra all'Hotel Il Cervo, di Vito Anselmi: «Ci siamo fermati i primi di marzo e abbiamo riaperto tra fine giugno e i primi di luglio vivendo una stagione estiva che, seppur con solo turisti italiani, è andata addirittura meglio degli anni precedenti. Adesso stiamo andando avanti grazie al bonus vacanze che lo scorso weekend ci ha portato a ospitare 68 persone. Purtroppo, però, ci manca il turismo cosiddetto povero che ci permetteva di coprire le spese di ottobre e novembre che sono storicamente mesi morti. Confesso che, nonostante da qualche giorno metà del personale sia in cassa integrazione, è difficile andare a pari». Dall'Immacolata in poi, però, pare tutta un'altra storia. «Dall'8 dicembre a fine stagione invernale abbiamo già praticamente tutto l'albergo pieno. Ci resta qualche camera libera a dicembre, ma poca roba. Chi prenota? Turisti dalla Repubblica Ceca, dall'Ungheria, dalla Polonia a cui si aggiungono gli italiani nei weekend». La situazione in continua evoluzione, però, non fa stare tranquilli comunque, con le disdette che sono sempre dietro l'angolo. «Il punto interrogativo c'è. Basta che ci sia una nuova chiusura delle frontiere o il rischio di dover fare la quarantena al rientro ed ecco che tutto può saltare. Noi però incrociamo le dita. Se tutto va come speriamo, potremo lavorare davvero bene».
Stesse conferme giungono anche da Diego Bellotto dell'Hotel Edelhof: «Rispetto allo scorso anno le prenotazioni stavano arrivando. Ogni giorno avevamo richieste per l'inverno, anche dalla Repubblica Ceca e dalla Croazia. Questo almeno fino a prima della seconda ondata di contagi. Poi con l'aumentare dei casi, telefonate e mail hanno cominciato a essere sempre meno. È comunque una cosa normale perché più aumenta la confusione e più la gente aspetta a prenotare». Dopo un'estate decisamente positiva, con l'avvicinarsi dei mesi morti, Bellotto ha deciso di chiudere: «Solitamente chiudiamo a novembre, ma visto che non sarei riuscito a coprire i costi, ho preferito abbassare le serrande anche a ottobre».
Rischiare è inutile, meglio concentrarsi sulla stagione invernale. Sperando non si ripeta ciò che è accaduto poco meno di dodici mesi fa. La nota sicuramente dolente per il Tarvisiano è l'impossibilità delle scuole di programmare gite e settimane bianche. «Noi ospitavamo poche scuole - spiega Anselmi - ma per quelle storiche, nostri clienti ventennali, c'era sempre posto. Ora con le nuove regole, tutte hanno disdetto». Discorso identico anche all'Hotel Trieste: «Le prenotazioni delle scuole sono andate tutte perse - conferma Amoroso - ma era ovvio dopo la normativa che vieta di fare gite scolastiche».
T.G.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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