L'ALLARME
PORTOGRUARO È l'area che ha più contagi ogni 100mila abitanti

Martedì 9 Marzo 2021
L'ALLARME
PORTOGRUARO È l'area che ha più contagi ogni 100mila abitanti di tutta la Regione. Il Veneto orientale, un lembo di terra che confina a Est con il Friuli Venezia Giulia e con una densità abitativa inferiore alla media regionale, è nella black list delle aree più colpite dal Covid 19. Con i suoi 302 contagi ogni 100mila abitanti, un dato ben al di sopra dei 250 fissati dal Dpcm, avrà tutte le scuole superiori e le seconde e terze medie chiuse da giovedì. Una decisione assunta dai tecnici regionali, che hanno voluto calare a livello distrettuale le disposizioni del Decreto nazionale. In tutto circa 14mila studenti: 5.500 distribuiti nelle scuole superiori del Sandonatese e 4.500 del Portogruarese più altri 4mila di seconda e terza media.
ATTESA DI INDICAZIONI
«Dall'Ufficio scolastico regionale - ha detto la dirigente dell'Isis Da Vinci di Portogruaro, Anna Maria Zago - non abbiamo ancora ricevuto una comunicazione ufficiale. Dovremo capire se si tratterà di una didattica a distanza al 100 per cento o se, ad esempio, si potranno fare in presenza i laboratori, che per il nostro istituto tecnico sono fondamentali. Oggi lavoravamo con i ragazzi in presenza a settimane alterne e per garantire l'attività laboratoriale la scuola era aperta dalle 8 alle 16.30. Attendiamo indicazioni con la consapevolezza che chi ci governa, sia a livello nazionale che ragionale - ha aggiunto la coordinatrice della Rete degli istituti scolastici del Portogruarese - deve assumere delle decisioni sulla base di dati e numeri. Ci deve essere da parte di tutti la massima responsabilità e tutto quello che si può fare per arginare il contagio va fatto. Come dirigenti delle Reti del Portogruarese e del Sandonatese ci stiamo coordinando per affrontare al meglio la situazione che certamente non è quella che abbiamo vissuto dopo Natale. La scuola in presenza è senza dubbio la situazione migliore per i nostri ragazzi ma siamo ancora in piena pandemia e dobbiamo accettare queste restrizioni. Nelle ultime settimane ammette la dirigente sono effettivamente aumentati i casi di quarantena, situazioni che sono state gestite con la grande collaborazione dell'azienda sanitaria che non ci ha mai lasciati soli». «Non possiamo negare aggiunge la dirigente del Luzzatto, Claudia Antonini che in queste ultime settimana i casi di positività sono aumentati anche nel nostro istituto. Le classi attualmente in quarantena erano quattro. Ci adegueremo alle disposizioni, nella speranza che il Piano vaccinale possa progredire celermente».
Dopo poco più di un mese i ragazzi che frequentano le scuole superiori di secondo grado, che solo nel Portogruarese sono poco meno di 4.500, dovranno quindi riprendere le lezioni on line. E proprio dal Portogruarese era partito a gennaio anche il sondaggio sulla Dad.
L'INDAGINE
Da quell'indagine era emerso come il 59,2% dei ragazzi, gli oltre 8mila che avevano risposto, ritenesse inefficace la Dad, evidenziando, per il 68,4%, come le difficoltà fossero legate alle eccessive ore davanti ai dispositivi elettronici. Il 72,2% aveva detto che non si sentiva sicuro di ritornare a scuola. La proposta che ne scaturì, rivolta ai governatori delle due Regioni, era quella di partire con la didattica in presenza non al 50% ma al 30, in modo tale da arrivare al 50 per step e in maniera progressiva, monitorando l'andamento dei contagi. «La chiusura imminente ha commentato uno dei promotori, Giuseppe Di Leo, rappresentante del Liceo Marco Belli - è la prova che gli studenti avevano ragione, bisognava aprire con più cautela, con percentuali più basse e man mano crescenti. Ora ci viene chiesto l'ennesimo sacrificio. Ormai sembra diventato così scontato aprire e chiudere le scuole ma per noi invece diventa un vero disagio: la didattica a distanza non è una vacanza, anzi in certi casi richiede addirittura un maggiore sforzo di quella in presenza. Ci avviamo alla fine di un altro anno e ancora oggi non abbiamo trovato un metodo per far si che le scuole rimangano aperte in sicurezza. Questa nuova chiusura è sicuramente necessaria dal punto di vista epidemiologico ma poteva essere evitata. Bisogna smettere di pensare che aprire e chiudere la scuola ogni mese non sia un danno, non lo sarà forse economicamente ma è un danno sociale e psicologico, che si ripercuote su noi studenti».
Teresa Infanti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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