IL SONDAGGIO
Alla prova del voto: ancora poco più di due settimane e poi

Mercoledì 14 Febbraio 2018
IL SONDAGGIO
Alla prova del voto: ancora poco più di due settimane e poi andremo alle urne. Cosa succederà il 4 marzo? Secondo le stime di voto curate da Demos per l'Osservatorio sul Nordest, il M5s, con quasi il 24% dei consensi, è il primo partito. La compagine guidata da Luigi Di Maio, pur non raggiungendo il 26% ottenuto nel 2013, segna un incremento di oltre 4 punti percentuali rispetto al risultato del 2014. Lo seguono, a breve distanza, Lega e Pd, entrambi intorno al 20%.
LE DIFFERENZE
Guardando a 5 anni fa, osserviamo che oggi il partito di Renzi perde quasi 3 punti percentuali rispetto ai Democratici guidati da Bersani, ma l'emorragia più consistente è rispetto alle Europee, quando aveva intercettato il 39% dei voti. Il partito di Salvini, al contrario, mostra un trend positivo: cresce di 7 punti percentuali rispetto al 2014, ma raddoppia i consensi raccolti dalla Lega Nord di Maroni nel 2013. L'alleato forzista, invece, raggiunge il 15%, è stabile rispetto al 2014, ma in difficoltà guardando al 18% ottenuto dal PdL nel 2013. Poco meno del 6% lo raccoglie FdI-An: il trend è positivo di 2 punti percentuali rispetto al 2014 e di oltre 4 guardando al 2013. In totale il centrodestra supera il 40% a Nordest, a cui andrebbe aggiunto il risultato della cosiddetta quarta gamba (comunque sotto la soglia del 3%). Leu, la formazione nata a sinistra del Pd e guidata da Pietro Grasso, raccoglie il 5%: i confronti, da trattare con cautela, con L'Altra Europa nel 2014 e con Sel nel 2013, mostrano una crescita di consensi. La strana coppia Bonino-Tabacci di +Europa-Cd sembra superare la soglia critica del 3%, mentre è piuttosto ampia la quota di coloro che guardano a formazioni minori (7%).
Il Rosatellum, però, è al suo debutto: difficile prevederne gli effetti. Due terzi dei parlamentari saranno eletti con un sistema proporzionale, mentre un terzo dei seggi è conteso attraverso una competizione maggioritaria su collegio: l'elettore potrebbe dover scegliere se sostenere il proprio candidato nel collegio o privilegiare il proprio partito.
GLI INCERTI
Questo dilemma non è secondario. Gli incerti, nel Nordest, sono il 40%: una quota ampia, dunque, che potrebbe essere sintomo, oltre che di disorientamento o disaffezione, anche di questa tensione tra voto al partito e voto al candidato. Sono in maggioranza donne, hanno più di 55 anni e frequentano assiduamente la messa; inoltre, vivono in piccoli comuni, sono pensionati, casalinghe o impiegati. Nel 2013, hanno votato Pd, M5s o Lega Nord e faticano a collocarsi nell'asse politico destra-sinistra. D'altra parte, le identità politiche si sono rarefatte: il 29% si colloca tra sinistra e centrosinistra, il 6% si ferma al centro e il 31% raggiunge la destra o il centrodestra. La maggioranza relativa dei nordestini (35%), però, si chiama fuori rispetto alle categorie classiche: sono voti contendibili che, forse, decideranno vincitori e vinti.
(Istruzioni per l'uso. Le stime elettorali odierne sono ipotesi di voto e immaginano il comportamento del 4 marzo. In mezzo, c'è un tempo in cui candidati e partiti cercheranno proprio di conquistarsi la X sulla scheda rosa. Tutti hanno come obiettivo smentirli, questi dati: è la campagna elettorale, bellezza).
Natascia Porcellato
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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