IL CASO
CORNUDA Voleva rifarsi una vita. Ma il sogno di Sofiya Melnyk, 43 anni,

Mercoledì 27 Dicembre 2017
IL CASO
CORNUDA Voleva rifarsi una vita. Ma il sogno di Sofiya Melnyk, 43 anni, interprete ucraina, è stato ucciso sul nascere. Quasi certamente - tutti gli indizi portano nella stessa direzione - dal compagno con cui aveva convissuto per 16 anni, Daniel Pascal Albanese. Il corpo, martoriato per settimane dagli animali selvatici, è stato trovato lungo la scarpata del terzo tornante della strada Cadorna, il percorso che collega Romano d'Ezzelino a Cima Grappa. A scoprire quelle carni devastate, i resti di quello che era stato un fisico da modella, è stato un gruppo di cacciatori attirato sotto il tornante dall'abbaiare furioso dei cani. Due, in particolare, si sono diretti senza esitazioni verso il pendio, una scarpata vertiginosa che, partendo proprio dal terzo tornante, si ferma alla valle di Santa Felicita quasi 200 metri più in basso. Inseguendo i cani, i cacciatori hanno visto, semicoperto da sacchetti neri dell'immondizia, un cadavere. Sul viso e sulle braccia solo brandelli di carne. Hanno subito dato l'allarme al maresciallo dei carabinieri della locale stazione, Ugo Crisci. Il tempo di dare uno sguardo e il militare ha capito: quello era il corpo di Sofiya. I capelli biondi, le scarpe nere, i jeans e la maglia corrispondevano agli abiti della segnalazioni di ricerca.
POCHISSIMI DUBBI
La scoperta è avvenuta attorno alle 10.30 della Vigilia di Natale. Un'ora dopo il posto era un brulicare di attività con carabinieri, vigili del fuoco e protezione civile a dividersi i compiti. Gli investigatori, in attesa del test del Dna, sono certi che quel corpo è della 43enne scomparsa il 15 novembre. Altrettanto evidente è che Sofiya è stata assassinata. Servirà invece l'autopsia per ricostruire le cause della morte. Quel cadavere orrendamente mutilato, nemmeno a occhi esperti poteva dare risposte sulle cause del decesso. L'ipotesi più probabile resta lo strangolamento (durante le indagini non sono mai state trovate, né in casa né nell'auto, tracce evidenti di sangue). Ma solo tra qualche giorno si potrà sapere qualcosa di più preciso. E serviranno indagini medico legali approfondite.
OMICIDIO-SUICIDIO
Quelle che fino a qualche giorno fa erano solo ipotesi, da domenica sono diventate certezze. In attesa di scoprire quali segreti siano celati nei computer dell'interprete, sequestrati nella casa di Cornuda, gli inquirenti lavorano sull'ipotesi dell'omicidio-suicidio. A uccidere Sofiya, annebbiato dalla paura di restare solo, il compagno 50enne Daniel Pascal Albanese, suicida 10 giorni dopo la scomparsa della donna. Interrogato più volte, perché sospettato del delitto, aveva fornito versioni poco convincenti ma era sempre riuscito in qualche modo a dissimulare le proprie responsabilità. Poi il crollo improvviso e la decisione di impiccarsi.
IL MOVENTE
Albanese aveva accolto e aiutato Sofiya. Un legame che col tempo si era affievolito. Lei, colta e di gusti raffinati, era troppo diversa da quell'uomo così privo di slanci e senza lavoro da due anni. Così aveva scelto di avere relazioni con uomini agiati, spesso più anziani ma facoltosi. Fino alla svolta più recente. Nell'ultimo periodo il cuore della bella ucraina aveva iniziato a battere per un medico radiologo trevigiano, anche lui sulla sessantina: volevano andare a vivere insieme e avere un figlio. Sofiya ha deciso di dirlo anche a Pascal Albanese, facendogli capire che per lui non c'era più posto, neppure in quella casa di via Jona a Cornuda che era stato il loro nido per 16 anni. Per lo stesso motivo la 43enne stava per dare l'addio anche al geologo 70enne di Rimini al quale era molto legata e che le aveva dato i soldi proprio per comprare la casa.
RABBIA E BUGIE
La rivelazione dell'ormai imminente e inevitabile distacco ha sconvolto e fatto perdere la ragione a Pascal che, tra il 14 e il 15 novembre, si sarebbe trasformato in uno spietato assassino. La ricostruzione degli eventi è cruciale. Il 15 novembre Sofiya e Pascal si sarebbero dovuti incontrare con una persona per un investimento finanziario. Questo è anche ciò che la donna avrebbe detto al medico. Aggiungendo: «E poi devo vedere delle amiche». La serata col nuovo amante, tuttavia, non era in discussione. I due si erano dati appuntamento per la sera. Ma alle 20.19 al medico è arrivato un sms: «Devo andare da un'amica che è in crisi». Forse questo messaggio fu spedito da Pascal perché a quell'ora, secondo gli investigatori, Sofiya era già morta. Gli interrogatori successivi alla denuncia di scomparsa hanno probabilmente minato il già delicato equilibrio psicologico di Daniel Pascal. Che, dopo l'ennesimo, il 26 novembre, ha maturato la decisione di farla finita. In casa, diversi biglietti farneticanti. Ma nessuna confessione.
IL CERCHIO SI CHIUDE
Da 15 novembre alla Vigilia di Natale, in centinaia hanno setacciato boschi e campagne alla ricerca di Sofiya: da Cornuda a Pederobba, da Cavaso fino a Forcella Mostaccin, dove è stata trovata abbandonata l'auto della 43enne in quello che oggi, alla luce degli ultimi sviluppi, appare come un chiaro tentativo di depistaggio da parte dell'assassino. Col ritrovamento del cadavere della 43enne l'ipotesi dell'omicidio-suicidio ha preso ulteriore slancio. Oggi verrà affidato l'incarico per l'autopsia che sarà eseguita domani. E a quel punto tutti i tasselli andranno al loro posto.
Roberto Ortolan
Gabriele Zanchin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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