«Genitori iperprotettivi e sempre più narcisisti»

Martedì 20 Febbraio 2018
«Genitori iperprotettivi e sempre più narcisisti»
L'INTERVISTA
TREVISO «I genitori hanno sempre meno figli. E questo, a livello generale, li porta a essere iperprotettivi. Di fatto portandosi dietro una fragilità narcisistica. Non tollerano di sentirsi inadeguati. E purtroppo sempre più spesso, invece di prendersi carico dei problemi dei loro figli, esternalizzano le difficoltà anche arrivando a picchiare che gliele segnala. Cioè gli insegnanti». Oscar Miotti, psicologo di Castelfranco, vicepresidente dell'Ordine del Veneto, da sempre impegnato sul fronte dei progetti di educazione e prevenzione all'interno delle scuole, commenta così i casi dei genitori che arrivano ad alzare le mani contro i professori che hanno la sola colpa di aver rimproverato i loro figli. È accaduto nella scuola media Casteller di Paese giusto il giorno prima dell'inizio delle vacanze di Natale. Ma questo non è che l'esempio più vicino.
Dottor Miotti, cosa sta succedendo?
«Sta aumentando la conflittualità. E questo è dovuto anche al fatto che i genitori oggi sono iperprotettivi nei confronti dei loro figli. Il rimprovero viene così visto come una ferita al loro stesso narcisismo».
È questo che fa saltare i ruoli e che scatena la violenza?
«Quella che i genitori vivono come una ferita non viene tollerata perché in questo modo si sentono indirettamente additati come inadeguati. E la reazione di chi è in difficoltà, di chi si sente in colpa, è quella di esternalizzare il problema prendendo di mira l'altro adulto che ha segnalato il comportamento sbagliato tenuto dal ragazzo. Lo schema alla fine non è troppo complesso: sotto sotto ci si sente realmente inadeguati, ma invece di arrivare a una assunzione di responsabilità si finisce con il prendersela con gli altri».
Si può intervenire con chi picchia un professore?
«Una persona che ha atteggiamenti violenti è una persona in difficoltà. Che rompe il patto educativo che c'è con la scuola. Su questo fronte è importante creare spazi di dialogo e riflessione. Lo psicologo scolastico, ad esempio, può dare il proprio contributo ad appianare problemi che possono sorgere tra genitori e insegnanti. Bisogna recuperare l'attitudine al confronto con gli altri».
Con quale obiettivo finale?
«Con l'obiettivo di portare chi ha alzato le mani a riconoscere il problema a mente fredda. La violenza è un segnale di estrema fragilità e debolezza. Nasce dal fatto che si avverte il rimprovero come un atto di lesa maestà. Si può anche sbagliare a questo mondo. Ma poi bisogna avere la capacità di chiedere scusa e di essere disposti a pagare».
Mauro Favaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci