Show gender, alcune scuole disertano

Domenica 15 Gennaio 2017
Show gender, alcune scuole disertano
Lo spettacolo sarà di scena a fine gennaio tra Pordenone, Udine e Cervignao ma non mancano nuove polemiche politiche. Nel mirino lo spettacolo di Giuseppe Scarpinato dal titolo Fa' afafine: mi chiamo Alex e sono un dinosauro ha per protagonista un bambino gender creative che non ha ancora deciso se essere maschio o femmina ed è dedicato agli alunni tra gli 8 e i 14 anni. «Ho avuto modo di apprendere dai referenti del circolo di Fratelli d'Italia di Roveredo in Piano - sostiene il consigliere regionale Luca Ciriani - che i bambini delle classi terze della scuola primaria Fermi non parteciperanno, per il buon senso delle insegnanti, allo spettacolo previsto al Verdi di Pordenone. Sono stato avvisato - chiarisce il consigliere - da un gruppo di genitori degli alunni fortemente contrari rispetto all'opportunità di partecipare all'iniziativa come ipotizzato in un primo momento».
Lo spettacolo è prodotto dal Teatro stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia e per questo il consigliere di Fd'I ha presentato un'interrogazione a risposta scritta all'assessore alla Cultura. «Proporre alle scolaresche spettacoli di questo genere, senza averlo nemmeno condiviso con i genitori che sono per natura gli unici a poter disporre dell'educazione dei propri figli, mi dà l'idea di trovarmi in presenza di proposte di carattere ideologico inopportune e contrastanti con il nostro sistema educativo. Confido che anche altre scuole seguano l'esempio delle elementari di Roveredo e che siano i genitori, e non la scuola, a decidere se portare i propri figli a teatro oppure no».
Nei giorni scorsi il Teatro Verdi aveva precisato: lo spettacolo mette in scena contenuti veri e presenti nella vita di ciascuno: il racconto non riguarda qualcuno in particolare perché diverso, ma parla di quella fase della vita in cui ogni individuo si trova ad affrontare la ricerca della propria identità, anche sessuale. Lo spettacolo è stato insignito di premi internazionali ed ha il patrocinio di Amnesty international. Ma Ciriani non ci sta: «Comprendo che nelle scuole si insegni il rispetto delle diversità, per contrastare anche l'omofobia, ma la spiegazione di tematiche così delicate è un compito che non può essere demandato alla scuola ma deve rimanere in capo alla famiglia. Che, per quanto mi riguarda, non può essere messa di fronte a scelte già compiute senza nemmeno essere informata».
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