SACILE
Appuntamento all'insegna della tradizione, domani, a San Odorico di Sacile.

Sabato 13 Novembre 2021
SACILE Appuntamento all'insegna della tradizione, domani, a San Odorico di Sacile.
SACILE
Appuntamento all'insegna della tradizione, domani, a San Odorico di Sacile. Nella frazione liventina è infatti in programma l'annuale Festa del Ringraziamento, che prevede, alle 9.30, la celebrazione della messa, seguita dalla benedizione dei mezzi agricoli, da lavoro e delle auto. Alle 12.30, invece, appuntamento con il tradizionale pranzo comunitario, che quest'anno non si svolgerà come di consueto nel salone parrocchiale, ma fuori paese, in località Forcate. Una scelta precauzionale, legata alla pandemia da Covid. Restando nella frazione a Sud della ferrovia, si respira davvero aria di tradizione anche nel piccolo Museo di recente inaugurato in via Liguria 17/19, sotto l'egida del Cuso (Club umoristico San Odorico). All'interno delle varie sale, tra l'altro, trova spazio la raccolta del periodico Alto Livenza, diretto da Mario Modolo, che in anni passati veniva recapitato a tutte le famiglie residenti nel territorio segnato dall'alto corso del fiume Livenza.
LE FESTE DI FINE ANNO
Tra le pagine esposte una in particolare, a firma di Carlo Zoldan, racconta le scadenze stagionali e le festività dall'autunno al Natale. Il mese di novembre scrive Zoldan era dedicato soprattutto alla commemorazione dei defunti.
SAN MARTINO
Il giorno 11, però, ricorreva la festa di San Martino. Per San Martino si chiudeva l'anno agrario e si facevano i conti. Spesso per molti San Martino era una triste ricorrenza, perché erano costretti a far Sanmartin, ovvero a lasciare casa e campi e a trovarsi qualcos'altro altrove. I più fortunati, invece, festeggiavano con castagne e vino nuovo e - aggiunge Zoldan - a volte con qualche patata dolce. Subito dopo San Martino si passava poi al periodo dell'Avvento, un periodo penitenziale di preparazione al Natale. Anche questo periodo però aggiunge Zoldan veniva interrotto da una ricorrenza fatta apposta per i bambini. Parliamo di San Nicolò, il santo vescovo di Bari, che portava doni ai buoni e carbon ai cattivi.
LA NOVENA
Passati San Nicolò e anche Santa Lucia si entrava poco a poco nel periodo della Novena di Natale, un vecchio rito cristiano diffusosi soprattutto nel XVII secolo, come preparazione alla festività del Natale. La Novena di Natale specifica Zoldan era attesa da tutti, ma soprattutto dai giovani e dai ragazzi, che in quei giorni avevano un'occasione in più per uscire la sera. Anche la sera della vigilia di Natale si cantava la novena la messa di mezzanotte non veniva celebrata in tutte le parrocchie e poi si tornava a casa dove, sul fogher, già ardeva il ceppo (al thoc de Nadal), per scaldare Gesù bambino. Era un ceppo scelto appositamente, calcolando che doveva ardere fino al mattino.
IL PRANZO DI NATALE
Già alle prime ore dell'alba, infatti, nelle case c'era movimento, per andare alla Messa dell'aurora. Ma la vera festa di Natale arrivava più tardi con la Messa granda, cui seguiva un pranzo diverso dal solito, con il brodo con i fegatini, la carne a lesso col cren, il tacchino o il gallo.
Michelangelo Scarabellotto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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