Palloncini bianchi e picchetto militare per l'ultimo saluto

Giovedì 26 Marzo 2015
Una cinquantina di palloncini bianchi per dare l'addio a Teresa Costanza, il silenzio suonato dalla tromba e il picchetto militare per l'estremo saluto a Trifone Ragone. Sono gli ultimi gesti di due comunità distanti novecento chilometri l'una dall'altra, ma accomunate dal dolore per la morte dei due giovani fidanzati assassinati il 17 marzo a Pordenone, che ieri hanno partecipato ai due distinti funerali. Il mattino a Zelo Buon Persico (in provincia di Lodi): il feretro di Teresa Costanza è stato accolto da una chiesa che aveva iniziato a riempirsi già un'ora e mezza prima della celebrazione. «Dovevamo scrivere una lettera, che nessuno avrebbe mai voluto scrivere o leggere - è il messaggio letto in chiesa da un parente della giovane - eppure non abbiamo trovato le parole, ma mia cugina non può uscire dalla chiesa senza un pensiero. Allora le promettiamo che staremo vicini a mamma e papà e a tutti i parenti. Dobbiamo stare uniti». Tanti i giovani amici e gli ex compagni di scuola di Teresa che ieri hanno deposto sulla bara le foto della ragazza; c'era anche il vicesindaco Giuseppe Alessi, di origini siciliane come i Costanza, e amico di famiglia. Ma anche i volontari della Protezione Civile e della Croce Rossa (di cui fa parte la mamma della ragazza) che hanno prestato soccorso a uno dei fedeli colto da malore all'inizio dell'omelia. «Qualcuno ha messo fine in maniera orrenda alla sua vita. Chi ha commesso questo tremendo delitto speriamo abbia la capacità di ravvedersi», così don Gianfranco Rossi, parroco della chiesa di Sant'Andrea Apostolo dove si sono tenuti i funerali.
A qualche ora di distanza, ieri pomeriggio, il commiato anche a Trifone Ragone, ad Adelfia in provincia di Bari dove la salma era arrivata martedì verso la mezzanotte ed era stata esposta nella Chiesa di Maria Santissima del Principio (già martedì in serata si era creata la fila di persone per le condoglianze). La bara avvolta nel tricolore ha percorso la via che conduce alla chiesa di San Nicola da Bari per la celebrazione del rito funebre, circondata da migliaia di persone (compaesani e molti ex militari) che hanno affollato il piazzale. All'ingresso e all'uscita dalla chiesa il feretro è stato salutato dal picchetto militare. Un intero paese si è fermato per rendere omaggio al sottufficiale Trifone, membro di una famiglia molto conosciuta ad Adelfia. Le bandiere e i gonfaloni del Comune erano listati a lutto, molti i negozi che hanno chiuso per onorare il giovane ventinovenne ucciso accanto alla sua compagna. Nei volti delle persone era visibile il segno tangibile delle lacrime e della compartecipazione alla sofferenza della famiglia Ragone. Alle esequie hanno partecipato anche militari, tra cui il generale di Brigata Natalino Madeddu, comandante militare regionale della Puglia, che ha letto la prima lettura della liturgia. Pur immerso in una folla di gente, è stato un addio pieno di formale riserbo (tenuti al di fuori della chiesa i fotografi e le telecamere), non senza un ultimo attacco alla stampa, formalizzato dal parroco don Felice Iacobellis che durante l'omelia ha parlato di «barbara uccisione che richiede il rispetto del silenzio» senza i «nauseabondi scoop giornalistici».
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