Medici di base, venti posti vacanti in tutta la regione

Mercoledì 14 Aprile 2021
L'ALLARME
PORDENONE I medici di base del Fvg sono più di mille, e sono stati al centro della seduta della III Commissione. Bastano quei pochi numeri per comprendere la rilevanza del loro ruolo e l'urgenza di risolvere il problema dei problemi, che periodicamente affligge sindaci e organizzazioni di categoria: la difficoltà di coprire i posti lasciati vacanti dai medici che vanno in pensione. Tanto che in regione oggi sono venti le posizioni ancora scoperte, spesso in località disagiate e lontane dai grandi centri. Alfredo Perulli e l'avvocato Sonia Borghese, della direzione centrale Salute, ne hanno spiegato i motivi, legati alle complesse procedure di sostituzione e precisando subito quello che è il nodo fondamentale: medici di medicina generale e pediatri di libera scelta non sono dipendenti del servizio sanitario, ma liberi professionisti. La complessa procedura e la tempistica stabilita dall'accordo nazionale si traducono in attese di mesi, se non di anni, prima delle nuove assegnazioni. E ad aumentare la preoccupazione c'è la previsione di pensionamento di ben 471 medici nei prossimi dieci anni. Ancora più delicato il problema di copertura nel campo della continuità assistenziale, la vecchia guardia medica, dove attualmente risultano scoperti 121 incarichi. Costituiscono un problema anche la possibilità di rinunciare all'incarico assegnato senza penali e l'elevato numero massimo di pazienti per ogni medico: in Fvg il rapporto è di 1300 residenti per ciascun professionista, che può salire a 1500 e persino a 1800 in caso di situazioni emergenziali. Furio Honsell (Open Sinistra Fvg) ha suggerito un intervento della Regione proprio sull'aspetto retributivo degli specializzandi, mentre Nicola Conficoni (Pd) ha chiesto se i percorsi formativi saranno in grado di coprire i futuri pensionamenti. «La risposta è sì, ma resta il problema del pensionamento anticipato, che richiede un preavviso di soli due mesi», gli è stato spiegato dai tecnici. Simona Liguori (Cittadini) ha chiesto e ottenuto informazioni sul collegamento operativo tra medici di base e professionisti delle ex guardie mediche. I leghisti Lippolis e Singh hanno invece insistito sull'obiettivo politico di spingere a una revisione dell'accordo nazionale. Andrea Ussai (M5S), infine, ha voluto approfondire il problema della copertura delle zone disagiate. Infine il dibattito sulle Intensive. A tutti ha risposto il vicepresidente Riccardi: «Penso che di questa vicenda si debba parlare anche qui e fino in fondo non solo con i sindacati dei medici ma anche con chi ha a che fare con quelle regole: cosa sia una Terapia intensiva e chi ci debba andare non lo stabilisco io e non lo stabilite voi».
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