IL CASO
PORDENONE Una soffiata da parte di una fonte rimasta anonima portò i carabinieri nell'abitazione di un 26enne di Concordia Sagittaria. Era la metà dello scorso settembre. Furono sequestrate due piantine di cannabis e 225 grammi di marijuana essiccata e sminuzzata. Il fatto che in casa ci fossero una bilancia di precisione e dei sacchetti di plastica, come quelli che si usano per i cibi da conservare in congelatore, fece pensare che il ragazzo fosse coinvolto in un traffico di stupefacenti. In realtà ha dimostrato che la marijuana era soltanto per lui e che gli serviva come medicinale. «Ho il morbo di Crohn, una malattia infiammatoria cronica dell'intestino - ha spiegato il giovane - La cannabis la uso per scopi terapeutici, per lenire i dolori».
Il morbo di Crohn non figura nella lista della malattie per le quali si utilizzano i cannabinoidi. Ma in questo caso il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Pordenone, Eugenio Pergola, ne ha tenuto conto. «Dalle indagini - spiega l'avvocato Federico Battesta - non era emersa alcuna evidenza che il ragazzo spacciasse stupefacente. Non lo divideva nemmeno con gli amici». A settembre fu arrestato e posto, su disposizione del pm, ai domiciliari. In seguito all'udienza di convalida dell'arresto fu sottoposto a una misura cautelare più blanda: l'obbligo di firma.
Ieri ha ottenuto il riconoscimento del comma quarto, che diversifica il trattamento sanzionatorio per droghe leggere e pesanti. Il giudice ha inoltre tenuto in considerazione il fatto che la droga la fumasse per scopi terapeutici. Questo gli ha permesso di patteggiare contenendo la pena a 11 mesi e 2.400 euro di multa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA PORDENONE Una soffiata da parte di una fonte rimasta anonima portò i carabinieri nell'abitazione di un 26enne di Concordia Sagittaria. Era la metà dello scorso settembre. Furono sequestrate due piantine di cannabis e 225 grammi di marijuana essiccata e sminuzzata. Il fatto che in casa ci fossero una bilancia di precisione e dei sacchetti di plastica, come quelli che si usano per i cibi da conservare in congelatore, fece pensare che il ragazzo fosse coinvolto in un traffico di stupefacenti. In realtà ha dimostrato che la marijuana era soltanto per lui e che gli serviva come medicinale. «Ho il morbo di Crohn, una malattia infiammatoria cronica dell'intestino - ha spiegato il giovane - La cannabis la uso per scopi terapeutici, per lenire i dolori».
Il morbo di Crohn non figura nella lista della malattie per le quali si utilizzano i cannabinoidi. Ma in questo caso il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Pordenone, Eugenio Pergola, ne ha tenuto conto. «Dalle indagini - spiega l'avvocato Federico Battesta - non era emersa alcuna evidenza che il ragazzo spacciasse stupefacente. Non lo divideva nemmeno con gli amici». A settembre fu arrestato e posto, su disposizione del pm, ai domiciliari. In seguito all'udienza di convalida dell'arresto fu sottoposto a una misura cautelare più blanda: l'obbligo di firma.
Ieri ha ottenuto il riconoscimento del comma quarto, che diversifica il trattamento sanzionatorio per droghe leggere e pesanti. Il giudice ha inoltre tenuto in considerazione il fatto che la droga la fumasse per scopi terapeutici. Questo gli ha permesso di patteggiare contenendo la pena a 11 mesi e 2.400 euro di multa.
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